ALLE RADICI DI ČAJKOVSKIJ

Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici.

Luca Baccolini

Ouverture Abu Hassan, J. 106

Storia buffa di debiti e morti simulate, il singspiel “Abu Hassan” di Carl Maria von Weber andò in scena a Monaco di Baviera nel 1811. L’Ouverture, come del resto tutta l’opera, mostrano il confronto coi modelli mozartiani (soprattutto verso il “Ratto dal serraglio”). Assediati dai creditori, Abu Hassan e la moglie Fatima fingono a turno di essere morti per placare le richieste di denaro e chiedere un finanziamento per i funerali. Scoperti con un astuto stratagemma, otterranno il perdono del califfo.

Concerto-rapsodia per violoncello e orchestra

Aram Chačaturjan conosceva alla perfezione le risorse tecniche ed espressive del violoncello, suo strumento d’elezione, e trovò in Mstislav Rostropovich un interprete adatto alle sue ambizioni. Il Concerto-Rapsodia fa parte di un trittico che negli anni Sessanta coinvolse anche pianoforte e violino come strumenti solisti. Nato in Georgia da una famiglia di origini armene, di formazione moscovita, Chačaturjan occupò la posizione di compositore ufficiale sovietico (21 i riconoscimenti ufficiali collezionati dal 1938 al 1973), e si collocò in una prospettiva diametralmente opposta rispetto alle problematiche artistiche, culturali e personali sollevate dal quasi coetaneo Sostakovic. La sua musica ha conquistato però un posto stabile nell’immaginario collettivo: Stanley Kubrick inserì infatti l’Adagio dal suo balletto “Gayaneh” nel film “2001 Odissea nello spazio” nella famosa sequenza del jogging sull’astronave Discovery.

Sinfonia n. 2 in do minore, op. 17 “Piccola Russia”

La Seconda Sinfonia di Čajkovskij fu eseguita per la prima volta a Mosca il 7 febbraio del 1873, a un concerto della locale sezione della Società Musicale Russa. Nonostante l’ottima accoglienza, il compositore decise di rimaneggiarla, riscrivendo quasi per intero il primo movimento e lasciando solo l’introduzione lenta e la coda. Al pubblico piacque in particolare l’ultimo movimento con il tema della canzone popolare ucraina “La gru”, dal ritmo brioso e danzante. Memore della gioia che i lunghi soggiorni estivi in Ucraina gli avevano regalato, Čajkovskij confessò: «La Sinfonia ha avuto grande successo e “La gru” in particolare ha avuto le critiche più lusinghiere. Non attribuisco il merito di questo successo a me stesso ma al vero compositore, Pëtr Gerasimovič [il maggiordomo] che regolarmente, mentre componevo e suonavo “La gru”, arrivava e me la canticchiava».