CONCERTI 2026 | GIOIA – Domenica con Beethoven
GIOVANNI CONTI
BEETHOVEN König Stephan (Re Stefano): Ouverture op. 117
BEETHOVEN Die Geschöpfe des Prometheus (Le creature di Prometeo): Ouverture op. 43a
BEETHOVEN Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60
Programma
Ludwig van Beethoven
König Stephan (Re Stefano): Ouverture op. 117
“Il Re Stefano o il primo benefattore dell’Ungheria”, per voce recitante, coro e orchestra, faceva parte di un trittico di musiche di scena per l’apertura del teatro tedesco di Pest. Esaurite le circostanze inaugurali, la musica ha però continuato il suo percorso. Così del “König Stephan”, che nasceva come tributo a Stefano I, figura simbolo per i popoli ungheresi, sopravvisse la magnifica Ouverture. Più che un semplice preludio teatrale, il brano costruisce un’aura epica intorno al sovrano: l’introduzione solenne evoca la sacralità del suo potere, mentre lo slancio dei temi successivi riflette l’immagine di un regnante energico e benevolo. Fra tensioni eroiche e guizzi luminosi dei fiati, Beethoven trasforma la dedica ufficiale in una celebrazione musicale più ampia, capace di parlare non solo alla storia locale ma all’ideale universale di una comunità che trova forza nella propria identità.
Die Geschöpfe des Prometheus (Le creature di Prometeo): Ouverture op. 43a
Non è immediato associare Beethoven alla danza. Eppure nel 1801 anche il genio di Bonn si lasciò tentare per la prima e ultima volta dal balletto, complice la presenza del napoletano Salvatore Viganò come Maître de ballet a Vienna. Le creature di Prometeo passò così alla storia come l’unica partitura coreutica beethoveniana. Il soggetto si rifà al celebre titano che modella le sue creature con la creta, infondendo loro la vita grazie a un fulmine rubato dal cielo; deluso dall’assenza di sentimenti e raziocinio, Prometeo pensa di distruggerle, ma Pan lo convince a portare le Creature sul monte Parnaso per renderle migliori grazie alle Arti.
Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60
«Una snella fanciulla greca fra due giganti nordici». Così Robert Schumann dipingeva la Quarta sinfonia di Beethoven, “schiacciata” tra l’imponente Eroica e la leggendaria Quinta. Ma anche se in questo quarto appuntamento con la Sinfonia Beethoven abbandona lo sperimentalismo, non significa che gli manchino originalità e inventiva. Il primo movimento, dalla lenta e misteriosa introduzione che sfocia in un Allegro trascinante, mostra vette di fantasia e fluidità di scrittura difficilmente eguagliabili. Notevole anche la vivacità timbrica, con il timpano in evidenza, a dettare l’accumulo e il rilascio impetuoso di energia. E un altro capolavoro è l’Adagio, che Hector Berlioz definì un sogno di purezza, tenerezza e voluttà, «tanto perfetto da sembrare scritto da un angelo malinconico affacciato sull’Empireo».
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Prima di ogni concerto, chiavi d’ascolto a cura di
Martino Ruggero Dondi
Musicista e filosofo milanese, diplomato in pianoforte e laureato in filosofia con lode, svolge attività di maestro collaboratore, direttore di coro e d’orchestra presso importanti realtà operistiche. Parallelamente, si dedica alla divulgazione musicale e culturale, collaborando con teatri e festival italiani e internazionali.
Intero: 10€
Abbonati Sinfonica: 8€
U30 5€
U18: 1€
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