SCHÖNBERG

La mano felice

L’opera La mano felice (Die glückliche Hand, op. 18) è composta da un atto unico diviso in quattro quadri, su testo dello stesso Schönberg scritto nel 1909. Il tema dominante è certamente la solitudine disperata del soggetto, che nonostante i tentativi non riesce a modificare la realtà esterna: a sottolineare questo aspetto dell’opera è sicuramente la presenza in scena di un solo personaggio cantante. La mano felice racconta quindi la miseria dell’uomo protagonista, eroe fallimentare che insegue una felicità illusoria.

BARTÓK

Il castello del Principe Barbablù

Nuova produzione TCBO

Con Teatro Massimo di Palermo

Il castello del principe Barbablù, opera in un atto su libretto di Béla Balàzs composta nel 1911, rappresenta uno dei capolavori della prima maturità di Bartòk. Influenzato soprattutto dall’impressionismo e in parte dall’espressionismo allora alle sue prima manifestazioni, Il castello del principe Barbablù presenta già uno dei motivi poetici più profondi di Bartòk: quello del mistero. Qui ad essere misterioso, insondabile, è l’animo umano, simboleggiato dal sinistro castello di Barbablù. Neppure l’amore riesce ad esplorarlo se non a patto di conoscervi esso medesimo l’oblio, l’annullamento, dentro una presenza solipsistica, cieca e totalitaria.

DIRETTORE

IDEAZIONE

RICCI/FORTE

REGIA

Stefano Ricci

7 | 8 | 9 | 10 | 11  | 12 Luglio 2020

MAR | 7 | LUG | Turno Prima | H: 20.00
MER | 8 | LUG | Turno C | H: 18.00
GIO | 9 | LUG | Turno A | H: 20.00
VEN | 10 | LUG | Turno B | H: 20.00
SAB | 11 | LUG | Turno p | H: 18.00
DOM | 12 | LUG | Turno D | H: 15.30

NOTE DI REGIA

Un viaggio visionario sulle capacità umane di affrontare i fallimenti in relazione col mondo esterno e sul tentativo di porre fine alla solitudine. 

L’itinerario vitruviano di una dissonanza, l’Uomo, che irrazionalmente affronta la Natura lucreziana nel tentativo di smantellare la pietrificazione della Forma, seguendo le briciole lasciate da Schönberg e restandone vittima, si tramuta in un’esplorazione interiore in fondo all’anima, una spirale di processi psichici nei quali Bartók azzanna alla gola il tempo contemporaneo in questa nostra epoca di massificazione della cultura, di organizzazione del consenso, di perdita di riferimenti esterni e relazionali. Tra ricerca dell’oro, vacui sentimenti-trofeo e mura lacrimose si perde ai punti, in questa frattura insanabile tra spirito e Storia, all’ombra della morte imminente non di un singolo, ma di un’intera umanità.

 

ricci/forte

CAST

EIN MANN/BARBABLÙ

Gabor Bretz

COMPOSITORI

Arnold Schönberg (1874-1951) è stato un compositore austriaco appartenente alla corrente dell’espressionismo musicale.
Tipiche realizzazioni di quest’avanguardia sono le sue opere Erwartung (L’attesa) e Die glückliche Hand (La mano felice): il tema dominante della solitudine disperata del soggetto viene raccontato attraverso una forma di rappresentazione “totale” dove suono, colore, parola e azione si fondono in un unico piano prospettico.

Béla Bartók (1881-1945), compositore e pianista ungherese, affonda le origini della sua formazione in primo luogo nella musica del tardo romanticismo (soprattutto in Brahms, Wagner e R. Strauss), e in seguito nel suo avvicinarsi al folclore popolare del proprio paese.
Tra le prime composizioni di rilievo che accompagnarono la sua maturazione stilistica, sono da ricordare l’opera in un atto A kékszakállú herceg vára (Il castello del principe Barbeblù) e l’Allegro Barbaro per pianoforte.

SCENE

NICHOLAS BOVEY

COSTUMI

GIANLUCA SBICCA

MOVIMENTI

MARTA BEVILACQUA

PROGETTO LUCI

MARCO GIUSTI

ASSISTENTE ALLA REGIA

LILIANA LAERA

MAESTRO DEL CORO

ALBERTO MALAZZI