STAGIONE DANZA 2024
Accademia Teatro Alla Scala
LA FILLE MAL GARDÉE
28 e 29 Settembre
COMUNALE NOUVEAU
(Nuova sede del Teatro - Piazza della Costituzione)
SPETTACOLO DELLA SCUOLA DI BALLO DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
diretta da Frédéric Olivieri
La Scuola di Ballo torna a interpretare La fille mal gardée, che ha debuttato al Teatro alla Scala nell’aprile 2023, coreografia firmata da Frédéric Olivieri sulla partitura di Peter Ludwig Hertel e realizzata grazie al contributo della Fondazione Milano per la Scala balletto e della signora Hélène de Prittwitz Zaleski, con scene e costumi di Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato.
La fille mal gardée si annovera fra i balletti più antichi ad essere rimasti nel repertorio, essendo nato all’epoca della Rivoluzione francese. È Jean Bercher Dauberval a curare la prima coreografia del balletto, dal titolo Le ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien, che va in scena al Grand Théâtre de Bordeaux nel 1789 su uno zibaldone di temi e canzoni popolari francesi. Il balletto conosce nel tempo numerose edizioni e molteplici modifiche nel titolo, nei nomi dei personaggi, nella coreografia e nella partitura musicale. Il Direttore della Scuola scaligera ha scelto la partitura di Hertel, composta nel 1864 per la versione coreografica di Paolo Taglioni per l’Hofoper di Berlino, rappresentata al Teatro alla Scala nel 1880.
Fra le numerose edizioni del balletto nel corso del Novecento si cita la versione che Heinz Spoerli ideò per l’Opéra di Parigi nel 1981, ripresa dal Teatro alla Scala nel 1987 in cui brillavano Carla Fracci, Gheorghe Jancu, Bruno Vescovo e Biagio Tambone, con scene e costumi di Luisa Spinatelli.
Il balletto, che presenta diversi numeri pantomimici come vuole la tradizione del genere comique settecentesco, in cui prevale l’ambientazione contemporanea immersa in un contesto agreste e in una realtà contadina, mette alla prova gli allievi della Scuola di Ballo scaligera non solo sul piano tecnico, dal momento che la coreografia è pensata per esaltare le loro abilità classico-accademiche, ma anche sul piano interpretativo, poiché richiede notevoli doti ironiche e gestuali soprattutto per alcuni dei personaggi, come M.me Simone qui incarnata da un’allieva e non da un tradizionale danzatore en travesti. In scena una sessantina di giovanissimi ballerini fra il 2° e l’8° corso.
PROGRAMMA
Balletto in due atti
Coreografia
Frédéric Olivieri
Musica
Peter Ludwig Hertel (edizione mario Bois, Parigi)
Scene e Costumi
Luisa Spinatelli
rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato
Luci
Andrea Giretti
Si ringrazia Fondazione Milano per la Scala balletto e la signora Hélène de Prittwitz Zaleski
CANTICLE FOR INNOCENT CREATURES
Inspired by the work from 1952 by Martha Graham
Coreografia Sonya Tayeh
Musica Jason Moran
Costumi Karen Young
Luci Yi-Chung Chen
Assistente alla coreografia Jenn Freeman
“This is a dance of joy, in praise of the world as it turns”.
Martha Graham
DIVERSION OF ANGEL
Coreografia e costumi Martha Graham
Musica Norman Dello Joio
Luci jean Rosenthal
Adattamento Beverly Emmons
EKSTASIS
Coreografia Martha Graham re-immaginata da Virginie Mécène
Costumi Martha Graham
Musica Ramon Humet
Luci Nick Hung
“The body is a sacred garment”.
Martha Graham
ERRAND INTO THE MAZE
Coreografia Martha Graham
Musica Gian Carlo Menotti
Costumi Maria Garcia
Luci Lauren Libretti
La fille mal gardée
Quando la danza si fa racconto
di Francesca Pedroni
L’azione in materia di danza è l’arte di trasportare,
attraverso l’espressione vera dei nostri movimenti,
dei nostri gesti e della fisionomia, i nostri sentimenti
e le nostre passioni nell’anima degli spettatori
Jean-Georges Noverre
Ambiente campestre. Una madre, una figlia. Scorza dura, di facciata, la prima. Deliziosa e capricciosa la seconda. Innamorata dell’amore, la ragazza, che si chiama Lise, non ha occhi che per Colas, un contadino. La madre, la vedova Simone, vorrebbe per la sua Lise un matrimonio d’interesse con il figlio del proprietario terriero Thomas: ma il ragazzo è sciocco, si chiama Alain, e non ha testa che per prendere farfalle.
La fille mal gardée (la ragazza mal custodita), che approda nel repertorio della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala nella nuova versione firmata dal direttore Frédéric Olivieri, è una storia tutta da danzare con piglio comico e attoriale: un affondo nella tradizione del migliore ballet d’action, genere nato nel Settecento di cui fu portavoce il maestro Jean-Georges Noverre con Franz Hilderving e Gasparo Angiolini. Noverre si era formato all’Opéra di Parigi, nella sua straordinaria carriera girò tutta l’Europa, Jean Dauberval, il coreografo autore della prima versione de La fille mal gardée, chiamata originariamente Le ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien, era suo allievo.
Perché citiamo Noverre? Perché il balletto di Dauberval, il cui debutto a Bordeaux avvenne il 1° luglio 1789, nell’anno della Rivoluzione francese a quattordici giorni dalla presa della Bastiglia, è un titolo chiave di quella unità tra danza e pantomima invocata nel 1760 da Noverre nelle sue Lettres sur la danse et sur les ballets. Una unità attraverso la quale ritrovare nella danza, che ancora non aveva conosciuto l’uso delle punte, la verità di una voce ormai sepolta da costumi e virtuosismi esagerati: la voce della natura. E anche se La fille mal gardée non ha in fondo molto a che vedere con le battaglie politiche del 1789, con i suoi contadini, il suo ambiente popolare e la sua storia di amore e scaramucce incarna tuttavia l’avvio di una rivoluzione: quella del “genere balletto” di cui gli scritti di Noverre sono ancor oggi emblema. Un balletto che ha la capacità di raccontare, senza appoggiarsi altro che a sé stesso.
Basta crinoline, parrucche, maschere, paniers con le loro intelaiature di stecche per sottogonna, per le ballerine, chiamate figlie di Tersicore, Noverre ha nuovi diktat: abbondonare costumi che nascondono il corpo e l’espressione, togliere alla danza affettazione, osare la rinuncia a passi troppo complicati, non mettere tanta forza nell’esecuzione ma aggiungervi maggior spirito, dare alla danza l’anima. «L’ “azione”» scrive Noverre «è semplicemente la pantomima. Ogni cosa si deve descrivere, tutto devo parlare con il danzatore (…) Il gesto attinge il suo principio nella passione che deve rendere». Allergico al virtuosismo, se non abbinato al cuore, Noverre ancora scrive «Non si pensi che io cerchi di abolire i movimenti ordinari delle braccia, tutti i passi difficili e brillanti (…), le braccia in accordo con occhi, fisionomia e i passi facciano sentire “il grido della natura”». Che modernità per l’epoca!
La decisione del maestro Frédéric Olivieri di coreografare per i suoi allievi una nuova versione de La fille mal gardée, sulle punte come è tradizione delle riprese del balletto dall’Ottocento in poi, ha offerto ai giovani interpreti l’occasione di un percorso creativo alla riscoperta dell’espressività del gesto pantomimico abbinato alla danza. Tra le due partiture maggiormente utilizzate nelle diverse versioni de La Fille, Olivieri ha scelto quella di Peter Ludwig Hertel.
«Tra le fonti che ho consultato» racconta Olivieri «mi ha in parte ispirato la versione del balletto che si danza in America e in Sud America e che si lega originariamente all’edizione portata all’American Ballet da Bronislava Nižinskaja nel 1940, poi rivista anche a Cuba. È una versione fin troppo caricaturale per me, ma mi piace l’energia, il decoupage musicale fatto su Hertel, lo spirito e l’uso della pantomima».
La versione coreografica di Olivieri è in due atti e in quattro scene.
«Come in tutte le edizioni del balletto, anche nella mia c’è la danza degli zoccoli, che ho voluto fare solo per la madre di Lise, la scena del burro, dei nastri… La coreografia segue la coerenza del racconto, ma è tutta nuova, salvo l’ultimo passo a due, notissimo dalla versione novecentesca di Gorskij in poi: si danza ai concorsi, ai gala, didatticamente ho voluto che i nostri ragazzi lo imparassero nella versione tradizionale russa, anche grazie all’insegnamento del nostro maestro Leonid Nikonov. La mia Fille è un balletto in due atti e quattro scene: una volta che la vedova Simone nel secondo atto ha accettato l’amore tra Lise e Colas, l’azione si trasferisce nuovamente dalla casa nel campo per la festa in cui si balla il famoso pas de deux in un finale collettivo con tutti gli amici e le amiche di Lise e Colas dove ho introdotto anche una danza di dieci coppie per i bambini dei corsi più piccoli».
28 e 29 Settembre
COMUNALE NOUVEAU
(Nuova sede del Teatro - Piazza della Costituzione)
MAIN PARTNER