SAINT-SAENS - MASSENET - CILEA - VERDI
VERONICA SIMEONI mezzosoprano
ROBERTO ARONICA tenore
NICOLETTA MEZZINI pianoforte
Mercoledì 15 Luglio | H 21.00
Teatro Comunale
Nell’ottica della massima tutela del proprio pubblico ed in ottemperanza alle indicazioni circa il distanziamento di sicurezza contenute nel DCPM del 11 giugno 2020 (art.1 lett. M) Il Teatro mette a disposizione degli spettatori le seguenti opzioni di acquisto:
Palco intero 3 posti* | Palco intero 2 posti* | Palco singolo 1 posto | Poltronissima (palcoscenico).
Si precisa inoltre che il posizionamento dell’orchestra sarà in platea spalle al palcoscenico; pertanto non sono messi in vendita posti di platea.
I Palchi sono messi in vendita solo interi e non è possibile spezzarne l’acquisto. Tra le Poltronissime, disposte sul palcoscenico, è prevista la distanza di almeno 1 metro.
*L’acquisto dell’intero palco è possibile solo se gli spettatori occupanti non sono soggetti agli obblighi del distanziamento interpersonale.
Programma
CAMILLE SAINT-SAENS
da Samson et Dalila “En ce lieux malgré moi”
JULES MASSENET
da Werther, “Oui, … c’est moi”
GIACOMO PUCCINI
da Manon Lescaut “Intermezzo”
FRANCESCO CILEA
da Adriana Lecouvreur “Acerba voluttà”, “Principessa! Finalmente!”, “L’anima ho stanca”
GIUSEPPE VERDI
da Aida “Già i sacerdoti adunansi…”
CompositorI
Camille Saint-Saëns (1835-1921), compositore, organista e pianista francese, debuttò come pianista a soli undici anni. La sua produzione, tra le più ingenti dell’Ottocento francese, conta oltre 165 numeri d’opus distribuiti in ogni campo, dal teatro alla musica sacra, dalla sinfonia alla musica da camera. Merito di Saint-Saëns fu di ridestare in Francia, in un’epoca di predominio operistico, l’interesse per la composizione strumentale e sinfonica.
Il compositore, pianista e organista francese Jules Émile Frédéric Massenet (1842-1912) è ricordato maggiormente per produzioni operistiche come Manon e Werther. A differenza di altri veristi e naturalisti, fu sempre alieno dalla ricerca di faciliti effetti; cercò invece di tradurre con sensibilità gli aspetti più intimi della società borghese del tempo e della cultura letteraria e artistica che la rispecchiava.
Giacomo Puccini (1858-1924) può essere considerato come l’ultimo esponente della grande tradizione operistica italiana; si impone al grande pubblico grazie all’intuizione dell’editore Giulio Ricordi che vede nel compositore lucchese il genio sul quale investire e al quale affianca i librettisti Giuseppe Giacosa (1847-1906) e Luigi Illica (1857-1919). Da questo “dream team” nascono opere come La bohème, Tosca e Madama Butterfly, lavori che consacrano Puccini come l’unico erede di Verdi e che ancora oggi fanno accorrere milioni di persone nei teatri di tutto il mondo.
Il compositore Francesco Cilea (1866-1950), pur appartenendo storicamente alla scuola verista, si distingue per una più raccolta liricità e per le sfumature elegiache che lo avvicinano alla scuola francese.
Rivelò pienamente la sua personalità con le sue due opere più famose, l’Arlesiana e Adriana Lecouvreur, capolavoro che gli donò la fama internazionale.
Giuseppe Verdi (1813-1901) è il compositore d’opera al quale più è legata l’identità italiana, perché durante la sua lunga carriera ha intonato i valori e i sentimenti più intimi di un paese frammentario che con la sua musica e i suoi testi ha imparato a parlare l’italiano.
Fra i temi prediletti dal maestro di Busseto anche le varie contraddizioni insite nel rapporto genitori-figli, interpretato da capolavori come Rigoletto, Il trovatore, La traviata, Simon Boccanegra, Luisa Miller.