Il nostro portico

Il nostro portico

L’intervento sul portico e sulla facciata del Teatro Comunale di Bologna

arch. Federico Arieti (progettista e D.A.) – 21 giugno 2021

“Quell’edificio lungo, sotto il portico in Piazza Verdi, è tutto Teatro Comunale?”…. A chi lo conosce ed ama suona quasi ironico che non pochi, anche tra i concittadini, non abbiano precisa idea del fatto che, dietro al tratto di portico che corre indiscontinuo tra largo Respighi e via del Guasto, si cela uno teatro d’Opera fra i più ragguardevoli, primo edificio teatrale -così pare- ad esser realizzato in pietra (anziché in legno), con una delle migliori risposte acustiche, paragonabile -a detta di esperti- a Dresda e Milano. A Bologna, città dei portici, i rettifili di arcate, oltre ad offrire riparo dalle intemperie invernali e dal sole estivo, tendono ad uniformare in una sorta di “pari dignità” le fabbriche più autorevoli e l’edilizia di base. Non del pari suggestivo lo scarso rispetto da parte della Città nei riguardi di quel lungo tratto di portico su Piazza Verdi che, assieme agli oltre ottant’anni trascorsi dall’ultimo restauro significativo (per quanto attiene alla facciata principale e al portico), hanno motivato il progetto di risanamento oggi in via di completamento, inteso a restituire alla facciata del Teatro il meritato decoro e ad incrementarne per quanto possibile la riconoscibilità. L’intervento ha interessato ad oggi (benché non in modo esclusivo) la parte esterna del Teatro che si presenta a noi col volto inteso dal suo autorevole ideatore. Come noto, della progettazione del Teatro venne incaricato Antonio Bibiena dal Senato bolognese nel 1755, e l’edificio sorse, a partire dall’aprile dell’anno successivo, sul sedime dell’antica dimora della precaria signoria bolognese dei Bentivoglio, distrutta a furor di popolo nel 1507 con l’appoggio di Papa Giulio II Della Rovere. Non è un caso che il Teatro Comunale, Teatro della Città, frutto di un atto rilevante di volontà pubblica, nasca materialmente sulle ceneri della domus bentivolesca. Come non è un caso che sorga proprio nel cuore del quartiere universitario della città che vanta il più antico ateneo del mondo, via via attorniato dall’Accademia di Belle Arti, dal Conservatorio, dall’Accademia Filarmonica ove Padre Martini guiderà al diploma il giovane Mozart…. Non è dunque uno sforzo voluttuario o casuale quello profuso oggi nell’intento di rinsaldare lo storico e immanente legame tra quel lungo portico (con tutto ciò che sta alle sue spalle, naturalmente!) e la sua piazza. La storia ci racconta che ….il gioco non fu mai facile, sin dagli albori. L’opera del Bibiena, infatti, fu oggetto di accese critiche (evidentemente pregiudiziali) da parte degli autorevoli architetti bolognesi dell’epoca, come lui Accademici Clementini, tra i primi Carlo Francesco Dotti (autore del Santuario della Madonna di San Luca). Nei circoli culturali cittadini la principale contestazione al progetto riguarda l’eccessiva vicinanza morfologica al barocco mitteleuropeo, familiare al Bibiena che per trent’anni aveva operato alla corte viennese, ma estranea all’austero ambiente bolognese (passato dal rigore classicheggiante del Rinascimento ad una precoce razionalità neoclassica, senza concedere alle divagazioni formali proprie del Barocco). Tali polemiche, senz’altro sommate alle gravi difficoltà finanziarie, spinsero il Bibiena a volgere abilmente le prime sontuose idee in forme più semplici, meno costose, e meglio rispondenti agli ideali borghesi di sobria eleganza illuministica. La rivisitazione della facciata fu importante: se l’originale bibienesco, rappresentato nella foto che segue, prevedeva un sontuoso loggiato soprastante le arcate del portico, questo fu invece coperto in modo semplice, con un tetto a coppi che si estendeva sino al volume della sala teatrale. Una lettera di padre Alfonso di Nassiago, presente alla serata inaugurale del 14 maggio 1763, sottolinea con qualche impertinenza il contrasto fra la magnificenza della sala e l’aspetto esterno incompiuto.

Se i primi interventi di restauro al fabbricato del Comunale (1820, 1852, 1863) non interessano la facciata ed il portico, da una relazione dell’Ufficio Tecnico del Comune, data febbraio 1935, ad accompagnamento del noto progetto dell’arch. Umberto Rizzi, “risulta che fin dal 1861 l’Amministrazione Comunale si era preoccupata della necessità di dare un decoroso assetto edilizio alla fabbrica del Bibiena, ed aveva ordinato all’Ufficio Tecnico -allora diretto dall’illustre architetto Coriolano Monti- di studiare un organico progetto esecutivo dell’opera”. La medesima relazione sottolineava come l’urgenza dell’intervento del 1861-63 (per quanto attiene al fronte di Piazza Verdi) fosse motivata dallo “stato di collabenza della copertura dell’atrio del Teatro”. Ma emerge con chiarezza che l’intenzione del Consiglio Comunale fosse di non limitare le opere ad una ricostruzione del tetto pericolante, bensì di completare, in coerenza con i disegni originali del Bibiena, l’intera facciata principale, poiché “da successivi rapporti e pratiche dell’anno 1862 si rileva in modo certo che a tale data lo stesso tetto copriva il portico e l’atrio del Teatro, e che pertanto non esisteva ancora il salone-ridotto [ndr: Foyer Rossini] costruito posteriormente”. Nel giugno del 1863, sempre a quanto si legge nei documenti storici, l’architetto Coriolano Monti ordinava “gli speciali materiali laterizi indispensabili alla ossatura della facciata” e trasmetteva al Consiglio il progetto unitamente ad alcune dettagliate considerazioni. Spiccavano tra queste le insorte perplessità circa l’opportunità di riproporre fedelmente il progetto bibienesco: il Monti temeva un’insufficiente portanza delle colonne rispetto al peso della parete che le avrebbe sovrastate, motivo per cui suggeriva un dimensionamento più generoso delle bucature, trovando “consiglio alleggerire al più possibile le finestre e dare ad esse un aspetto più caratteristico ed in armonia con l’elegantissimo portico”. Il sindaco Carlo Pepoli provvedeva dunque a richiedere il parere della Règia Accademia di Belle Arti, diretta dal professor Carlo Arienti. In brevissimo tempo, l’Accademia si pronunciava in contrasto alle proposte (motivate principalmente da ragioni tecnico-strutturali) del Monti, giudicando che non potesse darsi un errore del Bibiena nel dimensionare le colonne in base ai carichi previsti dal proprio progetto, ma, laddove mai ciò fosse stato verificato, il suggerimento dell’Accademia era di riportare il disegno di facciata sul muro di fondo portico, realizzando sul portico soltanto una terrazza e “aggiungendovi statue decorative dei grandi maestri dell’arte scenica, corrispondenti alle sottoposte colonne, il che servirebbe a chiarire l’uso cui l’edifizio è destinato, e lo distinguerebbe appieno dai comuni prospetti dei palazzi della città”. Si intuisce che il solo punto, forse, sul quale posizioni tanto diverse, quali quelle di Monti e quelle degli altri Accademici, trovassero convergenza fosse (allora come oggi!….) l’importanza di far spiccare il pregio e la particolarità della fabbrica teatrale rispetto agli altri palazzi attestati lungo il portico di via Zamboni. L’intervento del 1863, in sostanza, vede l’innalzamento del muro di fondo portico al di sopra del piano di copertura, per un’altezza tale da consentire un’eventuale restituzione del disegno di facciata bibienesco sulla parete stessa. Le fattezze della facciata emergono dalle due foto di seguito, che risalendo però a poco prima del 1935, mostrano anche i lavori in corso della torre scenica dell’ing. Armando Villa, impostata subito dopo il rovinoso incendio del novembre 1931, che distrusse il palcoscenico bibienesco.

Come i precedenti interventi sul fronte principale, anche quello del 1935 è animato dalla preoccupazione di “togliere al fabbricato il carattere di un comune palazzo” e motivato da esigenze di riorganizzazione e di maggiore fruibilità degli spazi e dei collegamenti (orizzontali e verticali). All’abbattimento di alcuni corpi di fabbrica sull’angolo di via Castagnoli (oggi largo Respighi) e, soprattutto, su quello di via del Guasto, ivi inclusi i tamponamenti delle due arcate alle estremità del portico, fanno seguito la costruzione di quattro nuove arcate di portico per ciascun lato. Sul fronte di piazza Verdi, le modifiche non interessano direttamente il portico, benché mutino la sua percezione rispetto al complesso, che aumenta notevolmente il proprio decoro: al posto del coperto a coppi, sopra il portico si erge una terrazza, e al salone del ridotto vengono addossati nuovi vani e servizi, il tutto uniformato dalla facciata ad ampie finestre arcuate.
Non si ha contezza certa dei colori della facciata all’indomani dell’intervento del 1935, che ce la consegna con il volto che oggi conosciamo. Le foto scattate negli anni Settanta, come quella riportata sotto, manifestano una marcata bicromia tra il rosso dei fondi e (soprattutto) il giallo delle membrature, forse più ammiccante a logiche cromatiche ottocentesche.

Non si ha contezza certa dei colori della facciata all’indomani dell’intervento del 1935, che ce la consegna con il volto che oggi conosciamo. Le foto scattate negli anni Settanta, come quella riportata sotto, manifestano una marcata bicromia tra il rosso dei fondi e (soprattutto) il giallo delle membrature, forse più ammiccante a logiche cromatiche ottocentesche. facciata del teatro, in una foto scattata nel 1975 L’intervento odierno, dopo opportuni saggi, intesi a conoscere lo stato dei sottofondi, si avvia con la demolizione totale del pavimento in battuto alla veneziana. Si tratta di un seminato in scaglie di marmo di colore giallo, eseguito su legante cementizio con cocciopesto e polvere di marmo, con giunti a listelli di marmo di colore gialletto che marcano ciascuna campata, impostandosi in asse ai basamenti delle colonne e delle lesene.

Sotto il pavimento del fronte di piazza Verdi (appartenente alla fabbrica originale Settecentesca) viene rimosso uno spessore di circa 20 cm di materiale. Nelle ali laterali di via del Guasto e largo Respighi non è possibile scendere altrettanto, a causa di una robusta soletta in calcestruzzo realizzata con l’intervento del 1935: occorrerà dunque utilizzare al meglio quei pochi centimetri disponibili tra il piano di appoggio e il filo della nuova pavimentazione, a maggior ragione considerando che il lato di largo Respighi richiede una correzione delle pendenze, per ovviare ad un annoso ristagno d’acqua piovana tra l’ingresso del loggione e quello della biglietteria.

Su tutto il perimetro del portico vengono poi rimosse anche le pesanti soglie in lastre di pietra arenaria, gravemente consunte, poco sicure per l’utenza, a tratti integrate grossolanamente con risarcimenti in malta cementizia. Si tratta tuttavia di una scelta non facile, poiché, a differenza della veneziana, esse risalgono all’epoca del Bibiena. Anche l’ipotesi di sollevarle e riposizionarle sul lato opposto si rivela subito impraticabile, essendo questo del tutto grezzo e scabro.

Nella logica di “raccontare” meglio la presenza del Teatro, il progetto prevede, fra le altre, la collocazione di monitor LCD all’interno delle bacheche (completamente restaurate) e il posizionamento di un faretto a pavimento al piede di ciascuna lesena lungo la parete del teatro.

Pertanto, prima di gettare il nuovo massetto in calcestruzzo, che porterà il piano di appoggio del fronte di piazza Verdi alla stessa quota di quello delle ali laterali, vengono posati ovunque i collegamenti elettrici e predisposto il posizionamento delle cassematte per i nuovi corpi illuminanti.

Gettato il massetto, è possibile posizionare le nuove lastre d’arenaria lungo il perimetro del portico, frutto di un attento studio. Il confronto con la Soprintendenza porta a ritenere che esse non debbano necessariamente riproporre lo spessore di quelle originali: le lastre pesano così assi meno, risolvendo un aspetto di posa in opera in sicurezza non indifferente. La lavorazione dell’arenaria ha inteso riproporre quanto più possibile il taglio a spacco proprio dell’epoca di costruzione; lo stesso vale per la bisellatura lungo lo spigolo esposto, necessaria a garantire la sicurezza d’utenza, ma contenuta nelle dimensioni. Lo schema di posa prevede una disposizione caratteristica, di due lastre perfettamente quadrate ai lati di ogni arcata, ed una lastra rettangolare in centro, dimensionata sulla larghezza esatta di ogni singola campata.

In pari tempo vengono posizionate e fissate le cassematte di ciascun faretto a pavimento. I corpi illuminanti saranno posizionati al loro interno una volta eseguita la nuova pavimentazione alla veneziana.

Per l’esecuzione della veneziana, occorre prima realizzare un sottofondo in sabbia e cemento, tirato in modo perfettamente planare. Tale sottofondo deve essere posto in leggera pendenza verso l’esterno per favorire il reflusso dell’acqua.

Per l’esecuzione della veneziana, occorre prima realizzare un sottofondo in sabbia e cemento, tirato in modo perfettamente planare. Tale sottofondo deve essere posto in leggera pendenza verso l’esterno per favorire il reflusso dell’acqua. Il nuovo pavimento alla veneziana, sobrio come il preesistente e come raccomandato dalla Soprintendenza, intende sottolineare, agli occhi di chi si trovi a percorrere il lungo tratto di portico su piazza Verdi, che su di esso prospetta un unico grande edificio indiviso. In questo senso si abbandona il motivo delle soglie in marmo, larghe circa 15 centimetri. Nella precedente pavimentazione esse dividevano fra loro le singole campate, senza creare però un ritmo armonico, poiché di larghezza assai inferiore a quella dei basamenti di colonne e lesene. Ad esse si sostituiscono dei sottilissimi giunti metallici, appena percepibili, posti in asse con entrambi gli spigoli di ciascun basamento, per ogni campata. Il risultato dev’essere quello di un unico grande campo di pavimentazione, che si estende anche alle ali laterali di largo Respighi e via del Guasto, abbracciando l’intero fabbricato del Teatro.

Ad accentuare tale effetto, si dispone una bordatura in contrasto cromatico col campo centrale, profonda quanto il doppio della profondità dei basamenti delle lesene (in questo modo, passando davanti ai basamenti, essa risulterà perfettamente proporzionata con essi). Per il campo centrale, in coerenza con una scelta filologica che accompagna l’intero intervento, si opziona un mix di marmo rosso di Verona (80%) con marmo rosa (20%). Il rosso Verona intende riprendere il colore della veneziana del contiguo Foyer Respighi che, al netto di integrazioni e risarcimenti non sempre eseguiti a perfetta regola d’arte, con ogni probabilità risale all’epoca della costruzione. Per la bordatura, con un abbinamento senz’altro ricorrente nella tradizione bolognese, si utilizza un seminato color verde alpi. A perfezionare la linea di contatto fra i due si esegue una cornice nera dello spessore di una sola pietra. Rispetto alla precedente veneziana, la scelta di una pezzatura leggermente inferiore (ma non tanto da risultare poco leggibile) è intesa a conferire all’insieme un effetto più curato e raffinato. Ma come si realizza materialmente un pavimento in battuto alla veneziana? Per comprenderlo, si ripropongono di seguito alcune sintetiche indicazioni dell’arch. Paola Gallerani, che ha contribuito preziosamente alla realizzazione della pavimentazione. In primo luogo avviene, rigorosamente a mano, la semina dei granulati di marmo premiscelati su uno strato di legante costituito da cocciopesto, polvere di marmo e cemento, quando questo è ancora fresco, così da ottenere una superficie omogenea. Viene poi eseguita una battitura manuale, in modo tale da far penetrare i granuli nell’impasto sottostante. Si procede poi ad una rullatura, per garantire l’amalgama tra i granuli e il terrazzo. Trascorso il tempo necessario per la stagionatura, vale a dire almeno quindici giorni, si effettua la levigatura della nuova pavimentazione, con l’utilizzo di macchine rotanti ad acqua, così da eliminare lo strato superficiale d’impasto. Segue la stuccatura, volta a chiudere eventuali pori che si possano creare durante la levigatura, quindi l’oliatura, tale da portare a completa saturazione il pavimento, e consolidare l’insieme. Le lavorazioni si compiono con la fase finale di lucidatura, da eseguirsi sempre mediante l’uso di macchina levigatrice rotante ad acqua, ma con abrasioni i più fini, ed un’ulteriore oliatura con l’olio di lino cotto. Nel cantiere del portico del Comunale, le operazioni di levigatura, oliatura, lucidatura sono state compiute sul finire delle lavorazioni alle facciate, onde evitare di danneggiare il nuovo pavimento.

A esplicitare che cosa si trovi dietro la lunga parete di piazza Verdi, nulla di più inequivocabile di un’iscrizione a pavimento…. Essa viene realizzata fuori opera a tessere di mosaico nero su un fondo di pietre color grigio bardiglio. L’iniziale ipotesi di un fondo bianco viene accantonata dietro convinzione che l’effetto di contrasto, con la pavimentazione rossa e con la scritta stessa, risulterebbe eccessivo e grossolano. Di più, la scelta del bardiglio, anche in questo caso, richiama gli inserti della pavimentazione Settecentesca interna. L’iscrizione viene dunque portata in cantiere già assemblata, e posizionata in opera prima di eseguire la pavimentazione della campata interessata (quella del portale sinistro del Foyer Respighi).

Per intervenire sulle pareti sottoportico, compromesse da atti vandalici, da successive riprese della tinteggiatura ed estemporanei risarcimenti d’intonaco, oltre che dal naturale deterioramento, risulta necessario ripristinare integralmente la porzione inferiore, per un’altezza di circa due metri. Lo stesso vale per le colonne. Si raschia dunque l’intonaco esistente, e lo si ripristina con un fondo a calce idraulica tipo NHL5, materiale naturale, traspirante, e aperto alla diffusione del vapore verso l’esterno della massa muraria. La stessa tipologia di materiale è impiegata per la rasatura.

Un approccio filologicamente consapevole, e rispettoso dell’impaginato architettonico, ha caratterizzato le scelte cromatiche per la facciata. Il progetto complessivo interessa anche la balaustra della terrazza e la volumetria Novecentesca del Foyer Rossini e della Sala Cappelli, con l’intento di una ricucitura tra i due ordini della facciata. Di fatti, l’arretramento del volume superiore, in asse con la parete del portico, e quello -benché ovviamente meno pronunciato- delle due ali laterali di portico rispetto al filo di facciata Settecentesco segnalano in modo già estremamente leggibile la stratificazione storica tra la fabbrica Bibienesca e gli interventi compiuti dal Rizzi nel 1935. L’intervento odierno doveva d’altra parte essere occasione per ripensare le scelte cromatiche esistenti, soprattutto all’ordine inferiore, ove campeggiavano il rosa e l’arancione, assai poco attestati nel Settecento bolognese ed in generale nella tradizione cromatica della città. Nella definizione del restauro filologico della facciata del Teatro determinante è stata la consulenza /collaborazione dell’Arch. Francesco Dalmastri, dal quale si mutuano anche alcune indicazioni in proposito all’architettura storica sintetizzate di seguito.

Difficile comprendere con sicurezza le cromie originali attraverso le prime foto (chiaramente non a colori) scattate al fabbricato. Da esse risulta comunque abbastanza evidente che i fondi e le specchiature fossero trattati con un colore più scuro, e le membrature architettoniche (colonne, lesene, archi, ecc), trattate ad intonaco, si caratterizzassero per un colore più chiaro. In linea con la tradizione Settecentesca la finitura più scura degli sfondati poteva essere un color mattone, cromaticamente assimilabile alla sagramatura tardomedievale e rinascimentale, ma ottenuta non direttamente sulla superficie a vista del laterizio attraverso lo sfregamento del mattone, bensì con uno strato leggero di intonachino (grassello, pigmento, polvere di mattone), qual è ad esempio il caso del Santuario di San Luca (circa coevo del Comunale). Sempre in coerenza con l’uso costruttivo dell’epoca, ed in base alle prove stratigrafiche è emerso che tutte le partiture sia in pietra naturale (arenaria) che artificiale erano state scialbate con velature giallo tenue (nella tradizione bolognese il cosiddetto travertino). Scopo era, da un lato, proteggere il paramento con uno strato di sacrificio, dall’altro armonizzare le imperfezioni e discromie dell’arenaria. Usuale era anche l’impiego di una velatura più scura, grigio-verdastra, detta bigio. La scelta dell’una o dell’altra finitura dipendeva dal colore predominante della pietra utilizzata, o dalla necessità di diversificare alcuni elementi architettonici. Anche nella facciata del Teatro spiccano elementi lapidei, propriamente in arenaria gialla, con i quali dovranno dialogare le membrature architettoniche intonacate (e da trattare quindi in modo conseguente). Al colore chiaro della partitura di facciata si contrapporranno gli sfondati, trattati con un deciso colore rosso, simile al cocciopesto. Le scelte compiute in tal senso, in accordo con la Soprintendenza, sono leggibili nelle riduzioni riportate di seguito.

L’individuazione delle tinte a calce da applicare ha comportato una consistente campionatura, a partire dal “catalogo fisso” previsto dal regolamento edilizio di Bologna (realizzato su otto tavelloni intonacati a calce idraulica e tinteggiati), applicando progressivi correttivi, sempre sotto Alta Sorveglianza della Soprintendenza, fino al risultato oggi visibile. L’impiego di tinte a calce naturale, plausibilmente disatteso nel più recente pot-pourri di interventi parziali, morfologicamente conferisce alla facciata un importante dinamismo, unitamente ad una maggiore capacità di traspirazione e diffusione, comportamento in contrasto con quello di moderne tinte meno traspiranti e poco idonee a interventi di restauro. Per stendere le tinte a calce, vengono applicate due distinte mani di primer, aggrappante ed uniformante, sull’intera superficie da trattare, anche la parte alta delle pareti e delle membrature.

Le foto scattate durante la tinteggiatura consentono un immediato confronto tra il pregresso dualismo di arancione e rosa, e la nuova bicromia in rosso Bologna e giallo travertino.

Compiuta la prima campagna di tinteggiature, che interessa ad oggi tutto l’ordine inferiore fino alla dentellatura della trabeazione sotto la terrazza, hanno luogo le opere di finitura sottoportico. In primis la lucidatura della nuova veneziana con olio di lino cotto. Il posizionamento dei faretti a pavimento, nell’intenzione di progetto, sottolineerà il passo delle lesene, agendo in questo caso non in contrasto alla lettura unitaria del fabbricato lungo il portico, bensì conferendo un tratto caratteristico all’edificio del Teatro, rispetto all’usuale illuminazione dall’alto verso il basso.

Quanto alle lampade storiche a soffitto, si auspica in un pronto rientro e riposizionamento delle stesse, a valle di un intervento di restauro in carico diretto al Comune. In tal senso sarà possibile porre in posizione defilata e demandare ad un utilizzo “di servizio” le attuali plafoniere a led, evidentemente poco integrate a livello architettonico. Tra le ultime lavorazioni, una senz’altro essenziale è il posizionamento di una canalina prefabbricata con griglia in ghisa per lo scolo dell’acqua lungo il perimetro dell’ala di largo Respighi. Qui infatti, se il problema della pendenza del pavimento è stato risolto, non esistendo come sugli altri due fronti un salto di quota rispetto al selciato della pubblica strada, creare un drenaggio risultava necessario.

Le pesanti bacheche del Teatro, pronte per l’inserimento dei monitor LCD, vengono riposizionate con un volto completamente nuovo, grazie al restauro che riporta al vivo il rame.

Come le porte in legno, cartate e mordenzate, anche le finestre vengono restaurate, integrati i vetri rotti, pulite le inferriate. A protezione di tutto questo, si collocano i dissuasori anti-volatile sui frontoni di ciascuna finestra, su capitelli, catene metalliche, ed ogni superficie orizzontale esposta.

l cantiere ad oggi, per quanto riguarda l’ordine inferiore della facciata, va a compiersi con la pulitura e il trattamento di tutti gli elementi architettonici lapidei (capitelli, basamenti, soglie dei portoni, ecc) e naturalmente con l’auspicio che il progetto unitario per la facciata possa trovare presto un suo completamento, interessando anche le volumetrie dell’ordine superiore.

crediti

ing. Bruno Barattini
progettazione, direzione lavori, coordinamento sicurezza

arch. Federico Arieti
progettazione, direzione artistica delle opere

arch. Francesco Dalmastri
consulenza progettazione e dir. artistica per il restauro delle facciate

Affari Generali TCBO
organizzazione generale

geom. Claudio Carli
direttore tecnico di cantiere

Cogei Costruzioni srl
assuntore generale

Gallerani Pavimenti snc
pavimentazione in battuto alla veneziana

La Decorazione Bolognese sas
tinteggiature a calce

Elas Impianti srl
impianto elettrico e illuminazione

 


Progetto Creative Europe

IL PROGETTO


Il progetto accademico di Ópera de Tenerife Opera (e) Studio 2019/2020 in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi è stato scelto dal programma di finanziamento di Creative Europe,  il programma dell’UE che sostiene le industrie culturali e cinematografiche del continente.

Si tratta di un  progetto transnazionale cui è stato concesso un contributo di  200.000 euro. La Commissione europea ha scelto il progetto presentato da Tenerife su 493 candidati.

Il progetto vedrà la messa in scena dell’Elisir d’amore di Donizetti per quattro repliche dal 24 al 27 ottobre 2019 nella Sala Sinfonica dell’Auditorio di Tenerife.

Nel 2020 lo stesso cast si esibirà al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Statale dell’Opera e del Balletto di Tbilisi.

IL TEAM


Auditorio de Tenerife

 

José Luis Rivero Plasencia è sempre stato legato al mondo della cultura e dell’educazione, sia nel settore pubblico che in quello privato. È stato docente presso La Laguna University, l’Università di Vic e la National University of Education a Distance (UNED), con una vasta esperienza di ricerca e pubblicazione, nonché relatore in congressi, seminari e riunioni, sia a livello nazionale che internazionale. Il suo aspetto creativo è stato principalmente legato alla letteratura e al teatro, con una vasta esperienza e formazione nella gestione culturale. Ha anche seguito corsi di musica, arte e letteratura. Ha fondato la scuola di arti creative Eduardo Westerdahl a San Cristóbal de La Laguna, che è diventato un modello sull’isola nella creazione artistica. Ha occupato e occupa attualmente posizioni di responsabilità nazionale, essendo l’unica persona delle Isole Canarie ad aver ricoperto la Presidenza della Rete Nazionale di Teatri Pubblici, Luoghi e Festival della Musica e la Vicepresidenza della Rete di Organizzatori di Concerti Educativi, che comprende le principali orchestre e teatri in Spagna. Fa anche parte del National Council of Stage Arts and Music. Ha partecipato come redattore al Piano statale di danza ed è membro delle commissioni statali di musica, danza e formazione. È anche segretario dell’Associazione dei dirigenti culturali delle Canarie e membro di organizzazioni internazionali come Opera Europa, Rete europea per l’insegnamento della danza e dell’opera (RESEO) o Rete internazionale per le arti dello spettacolo contemporaneo (IETM). Attualmente partecipa al progetto europeo ADESTE (sviluppatore del pubblico: competenze e formazione in Europa). Dal 2003 è direttore artistico dell’Auditorio di Tenerife. Nel 2015 è stato nominato Direttore delle Unità Cultura, Istruzione e Artistiche del Consiglio Isola di Tenerife, posizione che attualmente riveste.

Alejandro Abrante

Opera de Tenerife

 

Nato nelle isole Canarie, Alejandro Abrante ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia delle scienze sociali presso l’Università di La Laguna, in Spagna. Ha frequentato gli studi di musica e pianoforte presso il Conservatorio Superior de Música. Ha trasformato la sua passione nella sua professione quando è diventato direttore generale di un’agenzia artistica che ha rappresentato artisti di alto livello internazionale e giovani talenti che stavano finendo i loro studi musicali superiori. Questa esperienza lo ha portato a collaborare con entrambi i principali teatri europei e scuole superiori di musica. Nel 2006, ha fondato il Festival Mozart a Las Palmas de Gran Canaria e messo in scena Rigoletto in versione concertistica nel 15° Festival Estivo di Musica, Teatro e Danza nella stessa città nel 2011. Ha anche promosso e organizzato speciali concerti lirici in diverse città europee . È stato responsabile della gestione artistica della Martes Liricos Recital Series a Tenerife dalle stagioni 2008 fino al 2010. È stato nominato coordinatore artistico del Festival dell’Opera di Tenerife nel 2012. Questo progetto è presto diventato una Stagione Opera stabile dal 2013, quando è diventato Direttore artistico. Oltre ad aver aumentato l’offerta artistica e la qualità, è riuscito a portare numerosi professionisti di alto livello a Tenerife per incoraggiare e supportare nuove iniziative come l’Opera (e) studio e il Concorso internazionale di canto dell’Opera di Tenerife, per promuovere i talenti emergenti come prima passo importante verso la carriera professionale. Come prova del suo notevole contributo alle Arti dello Spettacolo, Alejandro Abrante è regolarmente invitato a far parte della giuria di numerosi concorsi internazionali di canto, come il Festival di Salicedoro in Italia, il Concorso Internazionale Flaviano Labó di Piacenza, il Concorso Internazionale Ottavio Ziino Roma, il Voci Verdiane di Busseto a Parma o il Concorso di canto Maria Callas a San Paolo del Brasile. Spagnolo e italiano madrelingua ha un alto livello di conoscenza della lingua inglese.

Giulio Zappa

Opera (e) Studio, Opera de Tenerife

 

Inizia la sua formazione come pianista accompagnatore a Milano nelle lezioni di canto di Bianca Maria Casoni. Si perfeziona con Aldo Ciccolini e Irwin Gage. Con quest’ultimo, si specializza nel repertorio vocale di musica da camera, che è sempre stata la sua grande passione. Dal 1996 svolge un’intensa attività concertistica, come vocal coach e pianista accompagnatore in numerosi teatri e festival in Europa e in Asia. Ha collaborato con artisti lirici italiani e internazionali, come Katia Ricciarelli, Elena Obraztsova, Piero Cappuccilli, Leo Nucci, Enzo Dara, Mariella Devia, Michele Pertusi, Gregory Kunde, Juan Diego Florez, Daniela Barcellona e diversi artisti di nuove generazioni. Ha collaborato anche con diversi registi e direttori d’orchestra A. Zedda, Lü Jia, P. Fournillier, Michele Mariotti, M. Martone, D. Fo, G. Strehler, M. Hampe, P. Pizzi, Graham Vick, ecc. Ha dedicato con successo gli ultimi anni all’insegnamento di pianisti e cantanti accompagnatori, ed è stato invitato da istituzioni come la Scuola dell’Opera di Bologna, il Teatro Real, il Meitar Opera Studio di Tel Aviv, l’Escuela Superior de Canto di Madrid o il Teatro Bolshoi di Mosca. Nel 2003, è stato nominato Direttore Artistico di Opera (e) Studio all’interno dell’Opera di Tenerife, creato per lo sviluppo artistico e la proiezione di giovani talenti lirici. È anche responsabile della preparazione  musicale dei cantanti. Impegni recenti includono un concerto nella Wigmore Hall di Londra con Mariella Devia, recital con Pietro Spagnoli e Olga Pretyatko a Pesaro, Peralada e Losanna, il debutto in un recital al Teatro Bolshoi di Mosca, Don Pasquale a Glyndebourne e masterclasses a Mosca (Teatro Bolshoi ) e Jaén University. Parla correntemente italiano, spagnolo, inglese e russo.

Teatro Comunale di Bologna

È nato a Milano dove ha completato i suoi studi umanistici e musicali. Dal 1980 al 2003 ha svolto una vasta attività come violinista, insegnante di Conservatorio e musicista in numerose formazioni cameristiche e orchestrali. Dopo la laurea, ha seguito il Meisterkurses tenuto dal famoso violinista Master Wolfgang Schneiderhan a Lucerna. Nel 1986, è entrato al Teatro Verdi di Trieste; durante la sua carriera, si è esibito su innumerevoli palcoscenici in Italia (i principali teatri includono: Milano, Torino, Roma, Napoli, Trieste, Venezia, Palermo e Messina) e all’estero (Francia, Svizzera, Austria, Ungheria, Slovenia, Croazia, Belgio, Giappone). Agli inizi degli anni 2000 iniziò a occuparsi della gestione artistica dei teatri d’opera – inizialmente a Trieste al Teatro Verdi, dove subentrò l’amministrazione e la gestione di tutti gli enti artistici, e in seguito fu nominato segretario artistico, con poteri amministrativi dei programmi teatrali e tutte le attività correlate. Nel 2008, è stato nominato Direttore dell’Area Artistica del Teatro Comunale di Bologna, dove ha ricoperto la carica di Responsabile del casting, gestendo tutti i rapporti con lo staff artistico coinvolto nelle attività del Teatro, i team creativi, i protagonisti e sostenendo interpreti, direttori di opera e sinfonia e compagnie di balletto. Ha supervisionato e diretto spettacoli con direttori come Michele Mariotti, James Conlon, Daniel Oren, Roberto Abbado, Stefan Anton Reck, Donato Renzetti, Omeir Wellber, Nicola Luisotti, Daniele Rustioni, Lothar Zagrosek, Renato Palumbo, Asher Fish, Jurai Valcuha, Aziz Shokakimov, Daniel Kawka, Marco Angius; registi come Robert Wilson, Graham Vick, Mario Martone, Damiano Michieletto, Davide Livermore, Yannis Kokkos, Pier’Alli, Mariusz Trelisnky, David Pountney, Andrej Zagars, Fabio Sparvoli, Hugo de Ana, Gabriele Lavia, Liliana Cavani e Alvis Hermanis. Ha organizzato, amministrato e promosso tour nazionali e internazionali (annuali dal 2009 con il Rossini Opera Festival di Pesaro, Tokyo e Otsu in Giappone, in collaborazione con Fuji-Television, 2011; Sao Paulo, Brasil, 2012, progetto Macbeth con Bob Wilson; Moscow Rostropovich Festival, 2013). Inoltre, ha supervisionato le attività di Formazione e Ricerca del Teatro e come tutor aziendale ha seguito progetti di tirocinanti nel campo artistico (Alma Mater Studiorum di Bologna, Accademia di Verona, Università Cattolica, Conservatorio Martini di Bologna). Da settembre 2013 ricopre anche la carica di Direttore Artistico della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna, Accademia di Alta Specializzazione e Formazione alla carriera professionale per cantanti lirici, oltre che per l’artigianato teatrale. È regolarmente invitato a partecipare come membro del comitato a numerosi concorsi di opera internazionali, tra cui Operaparis (Parigi, 2010), Concorso Voci Verdiane (Busseto, 2012, 2013, nel 2014 come presidente della giuria, 2015, 2016), Concorso Città di Bologna (2010 -2013), Concorso Spaziomusica di Orvieto (2013, 2014), Concorso Internazionale di Tenerife (Spagna 2013, 2014, 2015), Jeunes Ambassadeurs Lyriques, Montreal (Canada, 2013). È stato direttore generale del Teatro Comunale di Bologna da marzo 2015 ed è stato recentemente nominato Sovintendente del Teatro Comunale di Bologna (novembre 2017).

Badri Maisuradze

Tbilisi Opera and Ballet State Theatre

Nato il 13 novembre 1966 a Tbilisi, in Georgia, Badri Maisuradze ha iniziato a studiare recitazione e gestione scenica all’Istituto teatrale di Tbilisi. Ha recitato nelle produzioni del Tbilisi Film Actors Theatre ed è apparso in diversi film. In una produzione studentesca in cui ha avuto una parte di canto, è stato notato da un famoso cantante e insegnante georgiano. Nel 1989, Badri Maisuradze si è diplomato al Conservatorio di Stato di Tbilisi V. Sarajishvili con una laurea in interpretazione vocale (classe del professor Gocha Bezhuashvili). Successivamente, ha continuato i suoi studi a Mosca e Milano. Dal 1989 al 1993, Badri Maisuradze è stato un solista del Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi Z. Paliashvili in Georgia, debuttando nel ruolo del protagonista del film Mindia di Otar Taktakishvili nel 1990. Nel 1994 è entrato a far parte del Teatro Bolshoi di Mosca come Solista. Nel 1994, Badri Maisuradze ha vinto il Concorso Internazionale di canto Francisco Viñas in Spagna e il Concorso Jussi Björling in Svezia. È un cavaliere dell’Ordine internazionale dell’amicizia. Nel corso della sua brillante carriera come cantante d’opera, Badri Maisuradze ha interpretato 58 ruoli per i migliori teatri d’opera e festival del mondo, come:

Teatro alla Scala, Milano (Mazepa, Samson et Dalila), Wiener Staatsoper (Tosca), Deutsche Oper, Berlino (Il Trovatore, Aida, Nabucco), Teatro Comunale, Firenze (Madama Butterfly, La Fanciulla del West), Teatro Real, Madrid (Aida, Ernani), Teatro di San Carlo, Napoli (Lady Macbeth), Teatro Massimo, Palermo (Turandot, Aida, Cavalleria Rusticana), Gran Teatre del Liceu, Barcellona (Un Ballo in Maschera, Samson et Dalila), Semperoper, Dresda (Un Ballo in Maschera, Aida, Don Carlo), Opéra National de Paris (Aida), Teatro Mariinsky, San Pietroburgo (Aida, La regina di picche, Tosca, Il Tabarro), Royal Swedish Opera, Stoccolma (Otello, Don Carlo, Il Trovatore, Macbeth), Dalhalla Opera Festival, Rättvik (Tosca, Samson et Dalila), Teatro Regio, Torino (Giovanna D’Arco, Manon Lescaut, Tosca, Requiem di Verdi), Opéra National de Montpellier (Aida, Otello, Samson et Dalila), Canadian Opera Company, Toronto (Manon Lescaut, Tosca, Giovanna D’arco, Madama Butterfly), Festival Puccini, Torre del Lago (I Medici), Teatro del Giglio, Lucca (La Fanciulla del West), La Monnaie / De Munt, Bruxelles (Aida), Teatro Vittorio Emanuele, Messina (La Fanciulla del West, Cavalleria Rusticana, Pagliacci), Teatro Bolshoi, Mosca (Tosca, La regina di picche, Un Ballo in Maschera, La Forza del Destino, Aida, Norma, Lucia di Lammermoor, La Traviata, Macbeth), Teatro Nacional de São Carlos, Lisbona (Otello), Royal Opera House, Valetta (Otello), Opera Statale Ungherese, Budapest (Cavalleria Rusticana, Pagliacci, La Forza del Destino, La dama di picche), Israeli Philharmonic Orchestra (Aida), The Israeli Opera (Aida), Opera di Tolone (Pagliacci), Théâtre du Capitole, Tolosa (Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Otello, Aida), Opera di Città del Capo (Otello, Tosca), Opera Australia, Melbourne (Aida, Samson et Dalila, Pagliacci, Il Trovatore), Teatro Municipal de Santiago (Pagliacci), Opera nazionale estone, Tallinn (La dama di picche, Tosca, Simon Boccanegra), Opera Nazionale Lituana, Vilnius (Aida, Tosca, Un Ballo in Maschera, La Forza del Destino, Pagliacci).

Ha collaborato con famosi direttori d’orchestra, tra cui Zubin Mehta, Mstislav Rostropovich, Daniel Oren, Seiji Ozawa, Nello Santi, Antonio Guadagno, Marcello Viotti, Maurizio Barbaccini, Carlo Rizzi, Richard Bradshaw, Maurizio Arena, Garcia Navarro, Maurizio Benini, Giorgio Morandi, Lawrence Foster, Valery Gergiev, Alexander Vedernikov, ecc.

Badri Maisuradze ha lavorato con registi di fama internazionale come: Franco Zeffirelli, Hugo De Ana, Robert Wilson, Christopher Alden, Calixto Bieito e Sergio Renán.

Badri Maisuradze è spesso membro della giuria per prestigiose competizioni internazionali, tra cui Voci Verdiane a Busseto, Vincenzo Bellini Belcanto Competition a Parigi, Galina Vishnevskaya Opera Singers Competition a Mosca, Giovanni Martinelli – Aureliano Pertile Concorso Internazionale di Opera a Montagnana (Presidente della Giuria).

È fondatore e presidente della giuria dell’Opera Crown, Tbilisi International Voice Competition.

Badri Maisuradze è consulente del Festival Puccini di Torre del Lago. In passato ha svolto lo stesso incarico al Mikhailovsky Theatre di San Pietroburgo.

Da novembre 2016, Badri Maisuradze è direttore artistico e direttore generale della Tbilisi Z. Paliashvili Opera and Ballet State Theatre.

IL NETWORK


Da quando è stato inaugurato nel settembre 2003, Auditorio de Tenerife, un teatro pubblico di proprietà del  Cabildo de Tenerife (governo dell’isola), è diventato la principale forza motrice culturale dell’isola e un simbolo architettonico e artistico per la società di Tenerife. Vanta un palcoscenico spettacolare e diverse sale che hanno permesso di realizzare produzioni teatrali più grandi e rischiose che fino ad ora non erano state possibili nelle Canarie. Dotato di un’architettura d’avanguardia progettata dal famoso architetto Santiago Calatrava, l’Auditorio di Tenerife è un edificio davvero sorprendente, grazie alle sue linee curve, alla forma della sua ala e alla facciata a mosaico del trencad, che ricorda lo stile di Gaudí. Auditorio de Tenerife è il più importante centro di produzione delle Isole Canarie e la sua importanza è accresciuta non  solo in Spagna, ma anche in altri paesi con i quali mantiene importanti collaborazioni legate all’opera. E’ collegato a teatri d’opera in tutto il mondo attraverso Opera Europa e Opera Latino America. Degno di menzione speciale è anche il lavoro intrapreso dall’Auditorio verso la creazione di un nuovo pubblico con le sue produzioni, particolarmente adatte al pubblico giovane e familiare, oltre ad un vasto repertorio che spazia dai titoli più convenzionali alle proposte più originali. Il progetto Opera de Tenerife – che coinvolge il Consiglio comunale di Tenerife attraverso Auditorio de Tenerife – dà nuova vita alla stagione lirica, con innovazioni come il Concorso internazionale di canto dell’Opera di Tenerife o la creazione della scuola di formazione completa dell’Opera (e) Studio che lavora con i giovani i cantanti offrendo loro la possibilità di misurarsi in tutte le discipline artistiche e drammatiche dell’opera con la messa in scena di un’opera prodotta dall’Auditorio di Tenerife.

Il Teatro Comunale di Bologna (TCBO) è un Teatro dell’Opera di interesse nazionale con oltre 250 anni di storia.

Presieduto dal Sindaco di Bologna il teatro lavora e opera con le principali istituzioni pubbliche e private italiane ed europee nel campo della cultura e dello spettacolo dal vivo. TCBO vanta collaborazioni con molti altri teatri europei come Covent Garden (Londra), Liceu (Barcellona), La Monnaie (Bruxelles), Wielki (Varsavia), ecc. Collabora anche con teatri internazionali negli Stati Uniti, Brasile, Russia, Giappone ecc. Particolare attenzione viene data allo sviluppo di nuovi pubblici, alla creazione di progetti nazionali ed inter-europei per stimolare la circolazione di opere e artisti, allo studio e alla conoscenza del patrimonio musicale italiano. TCBO è particolarmente impegnato nei confronti dei giovani talenti attraverso la sua Scuola dell’Opera, accademia per l’alta formazione  delle figure professionali per lo spettacolo dal vivo accreditata come ente di formazione presso la Regione Emilia Romagna.

Opera inoltre in stretta relazioni con università, conservatori e scuole superiori.

 

Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi

 

Il Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi, fondato nel 1851, è una compagnia professionale che offre produzioni di opera e balletto di eccezionale qualità. Presenta repertori classici e innovativi e importanti opere raramente eseguite. Arricchisce la comunità attraverso programmi di sensibilizzazione e formazione e mantenendo la musica classica a prezzi accessibili. Le attività includono: creazione di produzioni di opera e balletto e spettacoli e concerti di musica sinfonica in Georgia e all’estero; sviluppo professionale di giovani artisti; audizioni internazionali; scambio culturale; progetti educativi per promuovere la musica classica tra i giovani;  promuovere la cultura georgiana sul mercato internazionale. Collabora con artisti di fama mondiale e prestigiosi festival internazionali (Dalhalla Opera Festival, Rattvik, Rishon LeZion Spring Festival, Israele, Festival musicale ArsLonga, Mosca, Gijon Opera Festival, Spagna, Gubbio Opera Festival, Italia, Al Bustan Int Festival of Music e Arts in Beirut; Saaremaa Opera Days in Estonia, ecc.)

 



Opera (e) Studio è un programma innovativo nella stagione di Ópera de Tenerife in cui lavorano giovani professionisti per sviluppare una scuola di alta specializzazione. Questo è il sesto anno consecutivo e, in soli cinque anni, è diventato un modello internazionale con la partecipazione di oltre 700 cantanti provenienti da 55 paesi. I candidati scelti alle audizioni avranno due mesi di intenso lavoro a Tenerife per produrre il primo degli otto titoli che compongono la stagione lirica. I giovani cantanti lavorano con il maestro Giulio Zappa, che è il direttore artistico di Opera (e) Studio e supervisiona l’intero processo. Inoltre, frequentano seminari di management per i mercati dell’opera e nel marketing artistico.

Negli anni scorsi, come iniziativa autofinanziata, ha avuto effetti di vasta portata, accogliendo candidati provenienti da quattro continenti e stabilendo collaborazioni internazionali. In questa occasione Tenerife guida questo schema transnazionale insieme a Bologna e Tbilisi.

Ópera de Tenerife, come membro di Ópera Europa e Ópera Latinoamérica, segue una politica di coproduzioni internazionali, sia con altri teatri europei che latinoamericani. Creative Europe è consapevole del lavoro di qualità svolto da anni e sostiene Tenerife come un grande centro di formazione per giovani artisti. Quest’anno il progetto si svolgerà sotto gli auspici della Commissione Europea nell’ambito del programma Creative Europe insieme al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi. L’accademia per i futuri cantanti lirici aprirà la prossima stagione lirica di Tenerife con L’elisir d’amore di Donizetti, scelto dal direttore dell’accademia Giulio Zappa, per mostrare il lavoro svolto dai cantanti. Il team di professionisti di Ópera de Tenerife collaborerà con i cantanti selezionati da settembre fino alla produzione dell’opera, in scena  dal 24 al 27 ottobre 2019 presso la Sala Sinfonica dell’ Auditorio a Tenerife. Lo stesso cast eseguirà anche L’elisir d’amore al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi nel 2020. Per la selezione dei partecipanti Opera (e) Studio ha tenuto audizioni in quattro città il 4, 5 e 6 febbraio al Teatro Comunale di Bologna, a Bologna, Italia; l’8 e il 9 febbraio, al Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi, in Georgia; l’11, 13 e 14 febbraio, alla Escuela Superior de Canto di Madrid e all’Auditorio de Tenerife il 16 febbraio. Il progetto prende vita dall’osservazione che le nuove generazioni di cantanti che rispondono alle audizioni una volta completata la loro formazione musicale non sono completamente preparate per le esigenze degli attuali teatri. I registi e il pubblico sono diventati sempre più esigenti e cantare bene non è più sufficiente: i cantanti devono anche saper approfondire il personaggio, agire in modo drammatico, portarci fino alle lacrime, farci ridere, muoversi elegantemente e adattarsi alle esigenze fisiche dei ruoli. Opera (e) Studio è un progetto formativo rivolto a giovani cantanti lirici di età inferiore ai 32 anni che hanno terminato la loro formazione accademica, ma non hanno fatto il loro debutto sul palco e hanno bisogno di ulteriore formazione per allinearsi alle richieste dell’attuale mercato del lavoro per migliorare la loro occupabilità. I partecipanti vengono selezionati da audizioni internazionali tenute in città partner in tutta Europa, in seguito a bando di selezione  pubblicato  attraverso reti specializzate, stampa e online per massimizzarne la diffusione. A Tenerife seguono un corso intensivo di formazione residenziale di un mese che copre tutte le discipline di studio dell’opera tenuto da professionisti di fama internazionale. I partecipanti sono infine inseriti nella produzione di un titolo d’opera che viene presentato nella stagione di Opera de Tenerife venendo così a diretto contatto con una attività di tipo professionale. L’intero team artistico partecipa successivamente alla produzione dello spettacolo nei teatri partner di Bologna e Tbilisi durante la loro normale stagione lirica. Il progetto crea la possibilità di incontro per cantanti, agenti, direttori artistici e teatri, consentendo ai cantanti una migliore comprensione del settore e dei suoi collegamenti interni e fungendo da vetrina del loro lavoro, incoraggiando l’internazionalizzazione delle loro carriere. Il progetto mira inoltre ad attrarre un pubblico più giovane attraverso attività pensate specificamente per portarlo verso l’opera.

➢Un progetto entusiasmante che riprende nuove sfide operistiche.

➢Un progetto di eccellenza che cerca di produrre titoli d’opera oltre a promuovere un nuovo concetto dedicato alla creazione, alla produzione e allo sviluppo professionale di giovani artisti.

➢Un programma impegnato a creare nuovi pubblici d’opera utilizzando le ultime strategie promozionali.

➢Un programma che accoglie altre forme d’arte professionali come il canto, il teatro e la musica

➢Un luogo in cui vengono generate e prodotte nuove proposte creative.

➢Un centro di ricerca, formazione e studio per la pratica artistica.

➢Un programma aperto al pensiero, alla riflessione, alla creazione artistica e culturale contemporanea legata all’opera

➢Un progetto che si impegna a formare, incoraggiare e insegnare i linguaggi e il discorso dell’opera attuale.

➢Un progetto che promuove i cantanti professionisti.


Associazione Amici del TCBO

Associazione Amici del TCBO

Alberghini Federica

Arieti Federico

Balzaretti Barbara

Barbanti Cocchi Maria

Beccari Andrea

Benassi Maria Serena

Berardi Gabriella

Bergami Lucia

Bergami Nicola

Bernardi Umberto

Bernini Tiziana

Berzero Angela Maria

Boccanera Nicoletta

Borghi Vasco

Bracchi Ada

Brunelli Manuela

Bulgarelli Zanasi Marta

C.T. Pack srl -Cocchi Tecnology-

Camattini Fochi Giuliana

Caneve Lucia

Cani Diana

Canova Gambini Luciana

Capanna Laura

Capelli Domenichini Luisa

Capone Barbara

Cardillo Giuliana

Cardiota Anna

Cardiota Emanuela

Carpani Riccardo

Cavalieri Lisa

Cavedagni Bianca

Cavedagni Marco e Giovanna Fantini

Caviggioli Vivaldi Gabriella

Cavina Boari Ginevra

Ceroni Fabio

Cirelli Daniela

Coccheri Sergio

Coccheri Costantini Maria Letizia

Cocchi Carlotta e Gino

Cocchi Filippo

Cocchi Guido

Cocchi Ilaria

Colombarini Fiorini Clara

Comellini Carla

Coppini Donatella

Costa Alessandro

De Franchis Maria Giovanna

Demo Magli Rita

Diemoz Francesco

Diolaiti Beliossi Emma

Donato Foti Maria

Domenichini Claudio

Dondi Giacomo

Drusiani Angelo

Drusiani Moccia e Beatrice Antonietta

Evangelisti Silvia

Fantuzzi Beatrice

Ferrari Aldo

Festi Alberto

Festi Cremonini Claudia

Finzi Calzolari Rita

Fiori Valeria

Fregni Fabrizio

Fregni Federica

Galleri Costantino

Gifra srl_Natale Fontana Gioielli

Gnudi Piero

Golinelli Alberto

Golinelli Andrea e Antonella Capuzzo

Golinelli Davide

Golinelli Marina

Golinelli Stefania

Golinelli Stefano e Silvana Spinacci

Golinelli Stefano

Gotti Paola

Govoni Gabriella

Gregorotti Marina

Gualandi Jacopo

Gualandi Pasqui Silvia

Iannetta Daniela

Iseppi Pizzoli Liviana

Iseppi Roberto

Laschi Franca

Leonesi Vivarelli Alberta

Lesca Luigi

Magli Mara

Maletti Paola

Mantilli Cinzia

Mantovani Valeria

Marchelle Parisotto Elvia

Marzo Massimiliano e Marzo Sara Maria

Maschio Paola

Masetti Cesare

Masetti Daniele

Masetti Miralba

Matteucci Clarissa

Mazzotti Rossi Maria Maddalena

Melega Antonella

Menarini Gloria

Menarini Werther

Mercurio Angelica Ciampi

Michelini Tocci Vecchiotti Antaldi Matilde

Michelini Tocci Vecchiotti Antaldi Anna Maria Bercè

Minetti Elly

Montagnani Alessandra

Montanari Bianca Maria

Muratori Maria Pia- Tarantini

Nanni Elena

Nanni Teresa

Nannucci Carla

Noli Annarella

Pacetti Tiziano

Passigli Romano Franca

Pellicceria Grandi – Grandi Sergio e Paola

Pizza Renato

Profazio Francesca

Pugliese Maria Rosa

Ramondini Renata

Ricchi Silvana

Rizzoli Fontanesi Giulio

Rizzoli Fontanesi Maria Beatrice

Roelandt Ron

Romagnoli Elisabetta

Rombolà Tiziano Ferdinando

Rossi Maria Cristina

Rossi Carla Maria

Rossini Cesarina Mirca

Rossini Rema

Roveroni Riccardo

Rubinacci Anna

Rubinacci Giulia

Rubinacci Luigi

Rubinacci Menarini Gloria

Rubini Maria Luisa

Salina Amorini Bolognini Elisabeth

Salina Amorini Bolognini Gianluca

Salvadori Paleotti Dianella

Saretto Valeria

Sarti GianPiero

Sassoli De’ Bianchi Tamburi Letizia

Scapinelli Maria Teresa

Schiavi Filicori Marta

Spaolonzi Golfieri Annamaria

Steiner Maria Francesca

Stupazzini Franco

Stupazzini Mattei Giovanna

Tabellini Giorgio

Tonelli Rossi Claudia

Travasoni Leonardo

Trincas Giovanna

Vanel Catherine

Vanel Daniel

Vaccari Maria Luisa

Vecchi Maria Rosa

Vittori Venenti Gennari Antonella

Zanella Caterina

Zanfi Roberta Santoro

Zarattini Marina

Zavalloni Giampaolo

Zavalloni Poli Franca

Zecchi Borghi Pierangela

Zito Mario


Archivio storico

Archivio storico

L’archivio storico del Teatro comunale di Bologna è gestito in collaborazione con il Museo Internazionale della Musica di Bologna.
Tutta la documentazione cartacea, manifesti, programmi di sala, locandine, folder di Stagione, foto, sono custoditi al museo.

Per ricerche e informazioni più approfondite, scrivere a roberto.marchi@comune.bologna.it e astorico@comunalebologna.it (in copia).
La consultazione dell’archivio storico del Teatro Comunale di Bologna è soggetta alle norme relative alla riproduzione e alla documenti delivery del Museo Internazionale della Musica consultabile al link: http://www.museibologna.it/musica/documenti/59540


Allestimenti scenici

Allestimenti scenici

Arlecchino (regia Lucio Dalla)
Attila (regia Daniele Abbado)
Il barbiere di Siviglia (regia Federico Grazzini)
The beggar’s opera  (regia Lucio Dalla)
La bohème (regia Graham Vick)
La bohème (regia Lorenzo Mariani)
Carmen (regia Pietro Babina)
Cavalleria rusticana (regia Liliana Cavani)
Cavalleria rusticana (regia Emma Dante)
Don Pasquale (regia Alfonso Antoniozzi)
Don Pasquale (regia Gianni Marras)
Don Carlo (regia Henning Brockhaus)
L’elisir d’amore  (regia Rosetta Cucchi)
Der fliegende Holländer (regia Yannis Kokkos)
Gianni Schicchi (regia  Valentina Brunetti)
Idomeneo
(regia Davide Livermore)
Jackie O (regia Damiano Michieletto)
Jakob Lenz (regia Henning Brockhaus)
Jenufa (regia Alvis Hermanis)
Lucia di Lammermoor (regia Lorenzo Mariani)
Macbeth (regia Micha Van Hoecke)
Macbeth (regia Robert Wilson)
Madama Butterfly (regia Valentina Brunetti)
Norma (regia Federico Tiezzi)
Pagliacci (regia Liliana Cavani)
Pierino e il lupo (regia Lucio Dalla)
Powder her face (regia Pier Luigi Pizzi)
Pulcinella (regia Lucio Dalla)
I puritani (regia Pier’Alli)
Rigoletto (regia Alessio Pizzech)
Salome (regia Gabriele Lavia)
Simon Boccanegra (regia Giorgio Gallione)
Sweeney Todd
(regia Rosetta Cucchi)
Tosca (regia Daniele Abbado)
La traviata (regia Alfonso Antoniozzi)
Il trovatore (regia Paul Curran)
La voix humaine (regia Emma Dante)
Werther (regia Rosetta Cucchi)
Die Zauberflöte (regia Luigi De Angelis – Fanny & Alexander)


Storia del teatro

Storia del Teatro

Il fuoco che nel 1745 distrusse l’allora Teatro Malvezzi di Bologna, tutto in legno, dà inizio alla storia del teatro d’opera bolognese. Dopo l’incendio la città commissionò ad Antonio Galli Bibiena, membro della famosa famiglia di architetti teatrali e di scenografi, la costruzione di un nuovo teatro d’opera in pietra nello stile barocco del periodo. Il 14 maggio 1763 il Teatro Comunale aprì le sue porte al pubblico con la prima esecuzione de Il trionfo di Clelia di Gluck.

Documenti dell’epoca riportano che 1500 persone parteciparono all’evento inaugurale, sul totale di una popolazione che a quel tempo era di 70.000 abitanti. Da allora il Comunale è diventato famoso per l’alto livello qualitativo dei suoi spettacoli e per la fama degli artisti che arrivano da tutto il mondo. La cultura musicale di Bologna è ben nota: molti compositori, Mozart incluso, hanno studiato all’Accademia Musicale di Bologna; Rossini visse in città per anni e vide le sue opera messe in scena al Comunale; Verdi lavorava nella vicina Busseto e a Sant’Agata. Nel 1867 la prima rappresentazione italiana del Don Carlo ebbe luogo sul palcoscenico del Bibiena a pochi mesi di distanza dalla “prima” parigina. Ma la città e il teatro furono anche aperti all’arrivo di produzioni ed artisti non italiani. Poiché fu il primo teatro a mettere in scena le wagneriane Lohengrin, Tannhauser, Der fliegende Holländer, Tristan und Isolde e Parsifal, il Teatro Comunale acquisì per Bologna la fama di città “wagneriana”.

Durante la prima esecuzione italiana del Lohengrin, Verdi era seduto in un palco del Teatro, tra le mani la partitura del suo rivale. Tra i grandi direttori apparsi sulla scena bolognese ricordiamo: Mariani, Toscanini, Furtwängler, Von Karajan, Gavazzeni, Celibidache, Solti, Delman e, più recentemente, Muti, Abbado, Chailly, Thielemann, Sinopoli, Gatti e Jurowski. Le grandi voci storiche del XIX secolo sono tutte passate sul palcoscenico del Comunale. Nel XX secolo cantanti quali Stignani, Schipa, Gigli, Di Stefano, Christoff, Tebaldi, Del Monaco e, più recentemente, Pavarotti, Freni, Bruson, Horne, Ludwig, Anderson si sono esibiti in questo teatro. Oggi il Teatro Comunale continua la sua tradizione di eccellenza.

Le produzioni più recenti sono state firmate da Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi, Bob Wilson, Pier’Alli, Werner Herzog e Calixto Bieito. Il Teatro si avvale della collaborazione di 95 professori d’orchestra e 70 artisti del coro e realizza in una stagione circa 80 spettacoli lirici e 30 concerti sinfonici.

Oltre a servire Bologna e la regione Emilia-Romagna, il Teatro ha viaggiato all’estero: ricordiamo le tournèes in Giappone negli anni 1993, 1998, 2002 e nel 2006, oltre alla partecipazione ad importanti festival internazionali quali Aix en Provence nel 2005 e Savonlinna nel 2006.


Amministrazione trasparente

Amministrazione Trasparente

Responsabile della trasparenza
Fulvio Macciardi

trasparenza@comunalebologna.it

Il principio generale della trasparenza, come enunciato nel D.lgs. n. 33 del 14 marzo 2013, è inteso come “accessibilità totale” delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività dell’amministrazione. Obiettivo della norma è quello di favorire un controllo diffuso sull’operato e sull’utilizzo delle risorse.

La pubblicazione dei dati in questa sezione adempie agli obblighi disposti dall’articolo 9 della Legge 112 del 7 ottobre 2013.

  • ORGANI DELLA FONDAZIONE
  • INCARICHI DIRIGENZIALI
  • CONSULENTI E COLLABORATORI

TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 8 agosto 2013, n. 91

Testo del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91 (in Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 186 del 9 agosto 2013), coordinato con la legge di conversione 7 ottobre 2013, n. 112 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo.». (13A08109) (GU n.236 del 8-10-2013) Vigente al: 8-10-2013 Art. 9 Disposizioni urgenti per assicurare la trasparenza, la semplificazione e l’efficacia del sistema di contribuzione pubblica allo spettacolo dal vivo e al cinema.
2. Gli enti e gli organismi dello spettacolo, finanziati a valere sul Fondo unico dello spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163, o ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, pubblicano e aggiornano le seguenti informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi ed artistici di vertice e di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titolo conferiti, nonche’ di collaborazione o consulenza:

  • gli estremi dell’atto di conferimento dell’incarico;
  • il curriculum vitae;
  • i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di lavoro, di consulenza o di collaborazione.

3. Le informazioni di cui al comma 2 sono pubblicate dagli enti ed organismi entro il 31 gennaio di ogni anno e comunque aggiornate anche successivamente. Ai predetti soggetti non possono essere erogate a qualsiasi titolo somme sino alla comunicazione dell’avvenuto adempimento o aggiornamento.


La fondazione

La Fondazione

Presidente
Matteo Lepore

Vice Presidente
Andrea Graziosi

Consiglieri
Raffaela Bruni
Claudio Cumani
Gianluigi Magri

Sovrintendente
Fulvio Macciardi

Collegio dei Revisori dei Conti
Cristiana Rondoni
Marcello Bessone
Gianluca Galletti

Sovrintendente e Direttore Artistico
Fulvio Macciardi

Maestro del Coro
Gea Garatti Ansini

Direttore Risorse Umane e Organizzazione
Paolo Bruno Malaspina

Direttore Affari Generali
Marco Stanghellini

Direttore Area Artistica, Casting e Programmazione
Mauro Gabrieli

Direttrice Allestimenti Scenici
Manuela Gasperoni

Ufficio Stampa
Skill&Music

Sovrintendente e Direttore Artistico
Fulvio Macciardi

Ufficio Segreteria di Sovrintendenza

Maria Rita Romagnoli (Responsabile)
Roberta Brun

Ufficio Comunicazione e Marketing
Maurizio Tarantino (Responsabile)

Marketing e sales
Serena Facioni

Comunicazione e grafica
Sabrina Mumolo

Social e sito web
Gilda Mauro

Biglietteria
Agata Eroe
Annalisa Roberti
Mirko Vanelli
Valentina Deieso

Ufficio Stampa
Skill&Music

Skill&Music
Paolo Cairoli
Irene Sala

Direttore Area Artistica, casting e programmazione
Mauro Gabrieli

Ufficio Produzione
Giuliano Guernieri (Responsabile)
Andrea Gozza

Ufficio Regia e Direzione di Scena
Gianni Marras (Responsabile)
Vincenzo Martorana

Segreteria Artistica
Maria Gabriella D’Auria
Katia Foschi

Archivio Musicale
Valentina Brunetti (Responsabile)
Silvano Olivieri

Direttrice allestimenti scenici
Manuela Gasperoni

Ufficio Allestimenti Scenici
Anna Bortolloni
Renato Morselli
Evelina Oddone

Macchinisti
Cleto Tani (Capo Macchinista)
Denis Comuzzo
Kolja Frerichs
Giacomo Di Lernia
Antonio Fernando Gaballo
Andrea Gerbino
Alessandro Godi
Fabio Gramolazzo
Fabio Guerrieri
Leonardo Madonia
David Martinez
Antonio Trebbi
Giovanni Ugolini
Max Tani

Elettricisti
Antonio Bori
Carlo Colucci
Lorenzo Gaudenzi
Ivan Gnani
Paola Perrone

Audio-Video
Emiliano Goso
Roberto Ranzi

Sartoria
Stefania Grazia Scaraggi (Responsabile Sartoria, Trucco, Parrucco, Calzoleria)
Daniela Guidarini
Assunta Monaco
Cristina Occhiali

Parrucchiera
Francesca Rita Iuculano

Manutenzione Sede
Gianluca Aluffi
Luca Mainardi

Attrezzeria-Scenografia
Giordano Mazzocchi (Responsabile attrezzeria, laboratori e logistica)

Federica Annalisa Bani
Cristina Ilioiu
Roberto Ledda
Ilaria Masi
Piero Stuppazzoni
Enrico Zattoni

Servizi Generali
Giuseppe Patti (Auditorium Manzoni)
Paolo Liaci (Auditorium Manzoni)

Coordinatore
Stefano Conticello

Altro maestro del Coro

Maestri collaboratori
Nicoletta Mezzini

Maestro alle luci
Michele Melchioni

Violini di spalla
Emanuele Benfenati
Paolo Mancini

Violini Primi
Giacomo Scarponi *
Marco Ferri *
Alessandro Bonetti
Federico Braga
Alessandro Di Marco
Alessandro Fattori
Davide Gaspari
Silvia Elena Mandolini
Paolo Mora
Fabio Sperandio
Alessandra Talamo
Stela Thaci
Laura Zagato

Violini Secondi
Fabio Cocchi *
Sara Bellettini
Marzia Bosi
Giorgio Bovina
Pietro David Caramia
Anna Carlotti
Elena Maury
Davide Rigato
Federica Severini

Viole
Enrico Celestino *
Daniel Formentelli *
Emanuela Bascetta
Alessandro Savio
Caterina Caminati
Corrado Carnevali
Sandro Di Paolo
Francesco Mariani
Barbara Ostini
Florinda Ravagnani
Stefano Zanolli

Violoncelli
Francesco Maria Parazzoli *
Eva Zahn *
Roberto Cima
Fabio Lambroni
Mattia Cipolli
Vittorio Piombo
Ilaria Sarchini
Chiara Tenan

Contrabbassi
Gianandrea Pignoni *
Fabio Quaranta *
Lorenzo Baroni
Alessandro Giachi
Yen Chi Liang
Roberto Pallotti

Flauti
Domenico Alfano *
Devis Mariotti *
Anna Colacioppo
Monica Festinese (ottavino)

Oboi
Paolo Grazia *
Gianluca Pellegrino *
Alessio Gentilini
Andres Fernandez Perez (corno inglese)

Clarinetti
Alessandro Falco *
Simone Nicoletta *
Adriana Boschi

Giulio Ciofini (clarinetto basso)

Fagotti
Massimo Ferretti Incerti *
Giulia Ginestrini *
Guido Giannuzzi

Anna Vittoria Zanardi (controfagotto)

Corni
Katia Foschi *
Imerio Prina Tagliaferri *
Sergio Boni
Giovanni Hoffer
Gianluca Mugnai
Neri Noferini

Trombe
Gabriele Buffi *
Ulrich Breddermann *
Marzio Montali

Tromboni
Paolo Masi *
Gianluca Corbelli

Pietro Spina (trombone basso)
Andrea Talassi

Timpani
Radiana Redaelli *
Andrea Scarpa *

Percussioni
Mirko Natalizi

Arpa
Cinzia Campagnoli *

Legenda:
* prima parte

Soprani Primi
Silvia Calzavara
Fanny Eszter Fogel
Rosa Guarracino
Maria Adele Magnelli
Marianna Maresca
Marnie Migliore
Roberta Pozzer
Giovanna Ricci

Soprani Secondi
Marcelle Maria Ines Jauretche
Antonella Montali
Chiara Salentino
Agnes Sarmiento Vallverdù

Mezzosoprani
Lorena Silvia Bartolini
Cristina Calzolari
Carmela Marina Fabbiano

Contralti
Anna Gambineri
Lucia Michelazzo
Tania Pacilio
Martina Rinaldi
Roberta Sassi
Marcella Ventura


Tenori Primi
Massimiliano Brusco
Giuseppe Caltagirone
Giovanni Dattolo
Moreno Finotelli
Cosimo Gregucci
Martino Laterza
Andrea Taboga
Antonino Tavilla

Tenori Secondi
Juan Carlos Granero Santana
Enrico Picinni Leopardi
Alessandro Tronconi

Baritoni
Marco Danieli
Gianluca Monti
Tommaso Norelli
Andrea Paolucci
Sandro Pucci
Alfredo Stefanelli

Bassi
Marcel Furnica
Pierpaolo Gallina
Tolunay Gumus
Giuseppe Nicodemo
Ettore Schiatti

Maestra Coro Voci bianche
Alhambra Superchi

 

Voci bianche

Beatrice Bandini
Camilla Baravelli Sabena
Tiziano Bellingeri
Anna Rita Bellotti Carrera

Carlo Alberto Rita Bellotti Carrera
Diego Bolognesi
Pietro Bolognini
Susanna Boninsegni
Matilde Brandimarti
Lavinia Cappi
Leonardo Careddu
Irene Cavalieri

Elisa Phuong Coltelli
Marco Conti
Laura Dodi
Elena Ferrante
Tancredi Lamantini

Michelle Licea Riveron
Eleonora Lodi
Cecilia Pagliaro
Emma Marguerite Armida Pyka
Francesca Pucci
Federica Puglisi
Giorgia Puglisi
Emily Quinto

Maria Vittoria Ravetti
Nicolo’ Rossi

Olivia Scagliarini
Penelope Selvatici

Chiara Loretta Silvesrtri
Maria Vittoria Stiassi

Giulia Tedeschi

Carlotta Tilli
Chiara Zuccheri

Flavia Abate
Riccardo Amato
Arianna Baldacci
Alice Bertozzo
Susanna Boninsegni
Carlo Alberto Brunelli
Tommaso Costati
Anna Claudia Cremonini
Damiano Ferretti
Valentina Franzaroli
Valentina Gnudi
Marika Lo Proto
Luigi Meliconi
Matias Leon Perez Amitrano
Sophia Pilati, Anna Pitzalis
Noemi Plastino
Valentina Pucci
Giorgia Puglisi
Olivia Scagliarini
Marco Servadei
Angelo Testori
Federico Giuseppe Vacirca.

Scuola dell’Opera
Valentino Corvino
Paolo Marzolini
Turchese Sartori

Direttore Risorse Umane e Organizzazione
Paolo Bruno Malaspina

Personale
Morena Zuffa
Salvatore D’Aquino

Amministrazione del Personale
Sabrina Bittini
Francesca Ventura

Contratti
Donatella Morgione

Ufficio Amministrazione finanza e controllo
Maria Grazia Valeriani (responsabile)
Emiliano Bonetti
Roberta Zerbini
Gloria Bernardini
Giorgia Mimmi

Direttore Affari Generali
Marco Stanghellini

Ufficio Affari Generali
Laura Filippini