RETROSCENA

MOSTRA MONOGRAFICA DI MICHELE LAPINI

Il backstage del TCBO dal 2021 al 2024


Scoprire il teatro attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica è un privilegio e una responsabilità. Varcare il dietro le quinte e respirare la polvere del palcoscenico significa immergersi in un mondo parallelo, dove universi diversi si fondono nella creazione di una delle forme d’arte più grandiose e ingegnose mai ideate dall’uomo: l’opera lirica.

Questo mondo, chiuso e geloso, è custode di un sapere e di maestranze che si tramandano da secoli. Accedere a questo retroscena può inizialmente incontrare diffidenza, in quanto vi è una forte volontà di proteggere l’arte dalla banalizzazione che quotidianamente minaccia gli strumenti della comunicazione contemporanea, rendendoli superficiali, veloci e frivoli. Avvicinarsi al dietro le quinte richiede quindi sensibilità, rispetto e attenzione per i valori artistici, culturali e umani che lì si esprimono, in rappresentanza di uno dei maggiori patrimoni culturali italiani: l’arte del teatro all’italiana.

Sul palcoscenico, tutto prende vita come per magia. Da uno spartito musicale, una composizione, dalle note che fluiscono, si materializza un universo. Dietro il sipario, come davanti, nella buca dell’orchestra, nei camerini ai palchi o di regia e in ogni angolo di questo microcosmo teatrale, tutto si muove al ritmo dello spartito. Segni di regia si trasformano in effetti luminosi, movimenti scenici, rapidi cambi di scenografie e costumi. Artisti del coro, solisti, tecnici e personale di scena si muovono freneticamente, preparandosi per il prossimo ingresso; ballerini sfrecciano dal palco verso le quinte, mentre radio, walkie-talkie e microfoni coordinano un sistema perfettamente sincronizzato.

Il dietro le quinte del teatro è un tessuto di sguardi, azioni, dialoghi, letture, ammiccamenti – un organismo in cui l’orchestra, seguendo attentamente il maestro, si armonizza con la scena, unendo la magia della musica alla narrazione e alla poesia. Il coro, imponente e numeroso, riempie l’ambiente, ora nei panni di briganti, ora di popolani, ora di nobili aristocratici. Si aggiungono le bande nascoste, i vibranti colori dei costumi, il trucco, e l’abilità di truccatori e parrucchieri che trasformano magicamente gli attori ogni sera, insieme al sapiente lavoro dei macchinisti, l’infaticabile impegno degli elettricisti, la precisione degli attrezzisti, il brillante operato delle sarte, l’essenziale contributo dell’orchestra, i cantanti che variano dai comprimari alle primedonne, dai soprani ai grandi tenori e ai profondi bassi, dimostrando potenza sul palco e cordialità nelle quinte.

La meticolosa attenzione dei direttori di scena, veri maestri del ritmo musicale in ogni angolo del teatro, in particolare sul palco, insieme ai maestri collaboratori, che insieme al l’orchestra, al pianoforte o al clavicembalo, ora in palco, coordinano perfettamente la cronologia dello spartito con l’azione scenica. Tutto segue un copione preciso, un crescendo che va dal primo montaggio alle prove di regia, dalla prova all’italiana, alla prova di ante-piano,  alle prove generali, fino alla Prima e a tutte le repliche. Un flusso, determinato e vivace, ma al tempo stesso serio e costante, che culmina nel momento finale: la chiusura del sipario e l’esplosione di applausi del pubblico. È allora che tutti si guardano, si sorridono, si abbracciano; alcuni piangono, altri esultano, scambiandosi parole d’affetto, pronti a ricominciare per il prossimo spettacolo nell’infinito ciclo dell’arte che prende vita ogni sera: la magia inarrivabile e il tesoro infinito del teatro all’italiana.


Michele Lapini

Michele Lapini è un fotogiornalista freelance di base a Bologna. Il suo lavoro si caratterizza per un profondo interesse verso le questioni ambientali, sociali e politiche. Dal 2020 documenta il dietro le quinte del Teatro Comunale di Bologna, dalle trasformazioni della pandemia fino al trasferimento nella nuova sede temporanea del Nouveau. E’ co-fondatore del collettivo Arcipelago-19 e collabora con Ong e realtà culturali. Ha pubblicato su media nazionali e internazionali come Stern, Internazionale, El Pais, L’Espresso, The Guardian, Die Zeit, Nature e altri. Ha vinto l’Environmental Photographer of the Year 2021 nella categoria “Paesaggi futuri” e il concorso “Italian Sustainability Photo Award” 2021 come miglior fotografia singola.

La mostra sarà accessibile fino al 12 luglio solo nei giorni di spettacolo, a partire da un’ora prima dell’inizio di ciascuna rappresentazione.


ORARI DI APERTURA

durante l’opera Tosca
27 | a partire dalle 17.00
28 | a partire dalle 15.00
30 | a partire dalle 19.00

durante il balletto Béjart Ballet Lausanne
9 | a partire dalle 19.30
10 | a partire dalle 19.30

durante l’opera Don Giovanni
26 | a partire dalle 17.00
28 | a partire dalle 19.00
29 | a partire dalle 17.00
30 | a partire dalle 19.00
31 | a partire dalle 18.00

durante il balletto Soirée – Stravisnkij / Rachmaninov
9 | a partire dalle 15.30

durante il Trittico (Il Tabarro – Suor Angelica – Gianni Schicchi)
5 | 9 | 11 | 12 a partire dalle 19.00