Juraj Valčuha | Valery Sokolov, violino
Dall’ottobre 2016 Juraj Valčuha è Direttore Musicale del Teatro di San Carlo di Napoli, nonché Primo Direttore Ospite della Konzerthausorchester di Berlino. Inoltre è stato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2009 al 2016. Nato a Bratislava, vi studia Composizione e Direzione, proseguendo poi gli studi a San Pietroburgo(con Ilya Musin) e a Parigi, dove nel 2006 debutta con l’Orchestre National de France. Lo stesso anno inizia la carriera italiana al Comunale di Bologna con La bohème.
Programma
SERGEJ PROKOF’EV
Concerto per violino e orchestra n. 2 in Sol minore op. 63
PËTR Il’IČ ČAIKOVSKIJ
Sinfonia n. 5 in Mi minore op. 64
Compositori
Concerto per violino n. 2 in Sol minore op. 63
Anno di composizione: 1935
Prima esecuzione: Madrid, 1 dicembre 1935
Movimenti:
1. Allegro moderato
2. Andante assai
3. Allegro, ben marcato
Più convenzionale rispetto alle prime audaci composizioni di Prokof’ev, il concerto si apre con una melodia di violino che rimanda alla musica russa popolare tradizionale. Una melodia che scorre lungo tutto il secondo movimento e termina riprendendo il tema iniziale del violino. Il terzo movimento è un rondò che ricorda la Spagna, con il battere delle nacchere che sottolinea di volta in volta il ritorno del tema.
Sinfonia n. 5 in Mi minore op. 64
Anno di composizione: 1888
Movimenti:
1. Andante; Allegro con anima
2. Andante cantabile con alcuna licenza; Moderato con anima; Tempo I; Andante mosso; Allegro non troppo; Tempo I
3. Valse: Allegro moderato
4. Finale: Andante maestoso; Allegro vivace; Molto vivace; Moderato assai e molto maestoso
Nel 1888, anno di composizione della Quinta, Pëtr Il’ič Čajkovskij era un compositore in lotta con un’interiorità malata che mancava dalle scene sinfoniche da oltre un decennio e affrontò l’impegno riducendo assai i moti iperbolici e fantastici che avevano guidato la sua penna durante la composizione della Quarta Sinfonia. La Quinta Sinfonia è infatti un eccellente esempio di quel pensiero sinfonico romantico che attribuisce a questa forma, ormai giunta alla sua completa maturità, una sorta di compito “biografico”: narrazione di conflitti interiori, storia umana, lotta con il destino, melanconica instabilità umorale.