IL LAGO DEI CIGNI

Un Lago dei Cigni catapultato nei nostri tempi, dove si scorgono rapporti conflittuali tra genitori tirannici e figli, immersi in un mondo affetto da problematiche ambientalistiche. Nel 2020, in piena pandemia, il maestro franco-albanese Angelin Preljocaj, tra i principali coreografi della scena europea, riscrive questo capolavoro del balletto classico nato nel 1895 ai tempi della Russia imperiale per mano di Marius Petipa e Lev Ivanov. La sua originale e innovativa versione contemporanea accoglie l’universo musicale di Pëtr Il’ič Čajkovskij in un ampio spettro, spaziando dalle partiture del balletto in questione ad altri estratti provenienti da sinfonie, ouverture e concerti del medesimo compositore. Le melodie classiche, però, sono qui messe in dialogo con le sonorità alquanto magnetiche dei 79D. A interpretare la tormentata e struggente storia d’amore tra Siegfried e Odette sono ventisei danzatori del Ballet Preljocaj, la prestigiosa compagnia francese di base a Aix-en-Provence che proprio quest’anno festeggia il quarantesimo anniversario dalla fondazione avvenuta nel 1985 per mano dello stesso coreografo, suo esperto timoniere. Un grand spectacle, quindi, che traghetta nel terzo millennio l’andamento narrativo del balletto, impreziosito dalle luci di Éric Soyer, dalle proiezioni video di Boris Labbé e dai costumi firmati dal noto stilista russo Igor Chapurin, già autore in diversi allestimenti del Teatro Bolshoi di Mosca e collaboratore di lunga data di Angelin Preljocaj.