DONIZETTI | BELLINI | BEETHOVEN
Hirofumi Yoshida / Jessica Pratt, soprano
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna
Nato a Hokkaido, in Giappone, nel 1968 e cresciuto a Funabashi, Hirofumi Yoshida si laurea al Tokyo College of Music, specializzandosi in direzione d’orchestra, pianoforte, contrabbasso e musicologia.
Attualmente, il Maestro Yoshida ricopre il ruolo di professore associato della Toho College of Music, in Giappone.
Jessica Pratt figura tra le principali interpreti odierne del repertorio belcantista più formidabile. Ambita dai teatri più prestigiosi, si è esibita come protagonista negli importanti contesti de La Scala di Milano, della Royal Opera House di Londra e del Metropolitan di New York.
Nata in Inghilterra, cresciuta in Australia ma ormai adottata dall’Italia dove affina i suoi ruoli sotto la guida di Lella Cuberli, Jessica Pratt, ha costruito le fondamenta della sua carriera iniziando a cantare nei teatri di tradizione italiani e facendosi progressivamente conoscere dal grande publico internazionale.
Programma
VINCENZO BELLINI
da I Puritani “Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna”
da I Capuleti e i Montecchi “Eccomi in lieta vesta… O quante volte”
GAETANO DONIZETTI
scene da Lucia di Lammermoor “Il dolce suono… Ardon gli incensi… spargi d’amaro pianto”
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Compositori
Da I Puritani “Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna”
Anno di composizione: 1834/1835
Prima esecuzione: Théâtre de la comédie italienne, Parigi, 24 gennaio del 1835
La narrazione musicale de I Puritani sa cogliere e conservare la teatralità esperta del vaudeville, catturare i sapienti attacchi delle ariette trasformandoli in incipit della narrazione operistica, ma da quelle forme derivate Bellini recupera all’indietro l’immaginario romantico di Walter Scott ed entra così in comunicazione con una zona più vasta di possessi e riferimenti fantastici del pubblico. Uno dei momenti culminanti dell’opera si trova, per lo stesso Bellini, nella scena di pazzia di Elvira: le fratture tra cantabile e recitativi, i passaggi dall’elegia ai barlumi di visioni festose e infine l’evasione dall’angoscia attraverso la fittizia gioia portano la malinconica cantilena iniziale a una tensione emotiva che ha rarissimi riscontri nella storia del teatro musicale.
Da Lucia di Lammermoor
Anno di composizione: 1835
Prima esecuzione: Teatro San Carlo, Napoli, 26 settembre 1835
La protagonista dell’opera di Donizetti, tratta da The Bride of Lammermoor di Walter Scott, si astrae dal mondo reale, al quale reagisce esteriormente con una maschera di dolcezza, sottomissione, per evadere in un mondo di fiaba. La vocalità virtuosistica del personaggio femminile, spesso ridotto ad automa, diventa simbolo della sua incapacità di reazione positiva e della sua insicurezza. Nell’opera di Donizetti la scena della pazzia, culmine al quale tende la vicenda, è preparata da un coro pimpante che stempera il dolore in una preghiera collettiva. Il delirio della protagonista ha un’impronta “creativa”: Lucia rivive il passato e rimodella a suo piacere la realtà, sopraffatta infine dall’ondata di ricordi. In musica, essi sono i motivi di reminiscenza che rimandano a precisi episodi del dramma; il loro accavallarsi determina continue infrazioni alle forme convenzionali, nella forma musicale di un monologo interiore. Donizetti fa scorrere la melodia in orchestra e utilizza la voce in “parlante”: la forma musicale viene compromessa, come se Lucia non riconoscesse più le convenzioni del linguaggio melodrammatico, confondendo recitativo e cantabile.
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Anno di composizione: 1811/1812
Prima esecuzione: Vienna, 8 dicembre 1813
Movimenti:
1. Poco sostenuto; Vivace
2. Allegretto
3. Presto
4. Allegro con brio
La Settima Sinfonia è stata descritta da Wagner come l’ “apoteosi della danza” perché “evoca la danza nella sua massima espressione, l’atto più spirituale del movimento corporeo incarnato, per così dire, idealmente nei suoni”.
La novità di questa sinfonia è da ricercare nella forza ritmica che la possiede dalla prima all’ultima battuta, nell’arte di elaborare i materiali armonici di partenza, semplicissimi, per sviluppare una reazione inarrestabile.