STAGIONE SINFONICA 2025
Roberto Abbado direttore
Timothy Ridout viola
HINDEMITH | SCHUMANN
Timothy Ridout
1 DICEMBRE | H 20.30
Auditorium Manzoni
PROGRAMMA
Paul Hindemith
Der Schwanendreher, concerto per viola e piccola orchestra sopra antichi canti popolari
Robert Schumann
Sinfonia n. 2 in do maggiore, op.61
PROGRAMMA
Paul Hindemith
Der Schwanendreher, concerto per viola e piccola orchestra sopra antichi canti popolari
«Un suonatore ambulante, entrando in una riunione di gente allegra, fa sentire a questa gente delle melodie che egli ha raccolto altrove, di natura sia seria, sia faceta; seguendo il suo genio inventivo di musicante, egli preludia, ricama e fantastica sopra questi temi, finendo con un pezzo ballabile». Questa è la nota posta in testa alla partitura di Schwanendreher, che significa letteralmente “colui che gira i cigni”, forse un riferimento allegorico al suonatore di ghironda. Eseguito la prima volta ad Amsterdam il 14 novembre 1935, con l’autore stesso come solista, questo Concerto per viola esibisce antiche melodie folcloriche, in un organico strumentale anomalo, che riserva una posizione d’assoluta preminenza alla viola, dato che le due sezioni dei violini primi e secondi non sono contemplate, così come le altre viole dell’orchestra.
Robert Schumann
Sinfonia n. 2 in do maggiore, op.61
«La seconda sinfonia l’ho scritta – sono parole dell’autore – quando ero ancora molto sofferente, e mi sembra che lo si debba avvertire all’ascolto; riflette la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche. Il primo movimento è pieno di questa lotta e del suo carattere capriccioso e ostinato». Le quattro sinfonie di Schumann nascono nell’arco di dieci anni: la Prima è scritta dal compositore tedesco all’inizio del 1841 in un periodo felice, poco dopo il matrimonio con Clara Wieck; la Seconda prende forma tra il 1845 e il 1846 a Dresda, quando la sua instabilità psichica inizia a manifestarsi in modo sempre più serio; la Terza viene invece composta nel 1850 a seguito del trasferimento del musicista a Düsseldorf per assumere la guida dell’orchestra della città; mentre la Quarta, realizzata nella versione originale già nel 1841 subito dopo la Prima, accantonata a causa dello scarso successo ottenuto, viene rivista dall’autore nel 1851, cinque anni prima di morire.
PROGRAMMA
Ouverture, “Le Carnaval Romain”
Nel 1844 Hector Berlioz, tra i grandi padri del romanticismo francese e tra i più grandi innovatori in campo sinfonico, scrisse un pezzo da concerto in La maggiore con ampia parte solistica riservata al corno inglese. Nacque così l’Ouverture “Le Carnaval romain”, un brano brillante e di ampia generosità melodica, ricco di temi tratti dall’opera Benvenuto Cellini, composta sei anni prima. I temi dell’opera usati, infatti, sono quelli relativi alle scene del carnevale romano da cui l’ouverture prende il titolo.
“Prèlude à l’après-midi d’un faune”
Le note si sprigionano come sensuali esalazioni nel “Prélude a l’après-midi d’un faune” (1892-94) primo grande capolavoro sinfonico di Claude Debussy, che si presenta subito col suo “respiro nuovo” (definizione di Pierre Boulez) grazie all’enigmatica frase iniziale del flauto, “così carica di voluttà da divenire angosciosa”, parole di Vladimir Jankélévitch.