STAGIONE SINFONICA 2025
Yutaka Sado direttore
Alexandra Conunova violino
saint-saëns | bruckner
17 FEBBRAIO | H 20.30
Auditorium Manzoni
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PROGRAMMA
Camille Saint-Saëns
Concerto per violino e orchestra n. 3 in si minore, op. 61
Anton Bruckner
Sinfonia n. 0 in re minore, “Die Nullte” WAB 100
PROGRAMMA
Camille Saint-Saëns
Concerto per violino e orchestra n. 3 in si minore, op. 61
Dietro ogni grande concerto per strumento solista c’è stato quasi sempre stato un grande virtuoso pronto a ispirare o a collaborare attivamente con il compositore. È il caso del Terzo Concerto per violino e orchestra di Camille Saint-Saëns, scritto nel 1880 per il talento smisurato di Pablo de Sarasate, noto per il suo magnetismo interpretativo, qui messo alla prova con soluzioni tecniche arditissime, al limite dell’incandescenza. Il calore esotico delle melodie gitane e andaluse, subito riconoscibili al primo ascolto, hanno consegnato questa pagina alle pietre miliari dei concerti per violino ottocenteschi e contribuito a elevare il compositore francese al rango di “favorito degli dèi”.
Anton Bruckner
Sinfonia n. 0 in re minore, “Die Nullte” WAB 100
Il più poderoso sinfonista dai tempi di Beethoven e prima dell’avvento di Mahler. Questo fu Anton Bruckner, un caso unico nella storia della musica: figlio di un maestro elementare della provincia austriaca, conosciuto quasi esclusivamente come organista fino ai 50 anni, accettato come compositore verso i 60 e consacrato al successo solo negli ultimissimi anni di vita. Sotto il corpus delle sue Nove sinfonie giacciono due creature misteriose, la sinfonia “00” e la “0”, ascoltando le quali si può conoscere appieno una delle personalità più affascinanti del XIX secolo musicale. Ignote furono le ragioni che spinsero Bruckner a ripudiare questa sinfonia, privandola della numerazione progressiva e facendola retrocedere dietro la Prima. Ma in ogni caso anche la Sinfonia “0”, concepita nel 1869 ed eseguita postuma nel 1924, contiene già alcuni aspetti essenziali del linguaggio bruckneriano, fatto di forza espressiva, scatti improvvisi e possenti perorazioni.
PROGRAMMA
Ouverture, “Le Carnaval Romain”
Nel 1844 Hector Berlioz, tra i grandi padri del romanticismo francese e tra i più grandi innovatori in campo sinfonico, scrisse un pezzo da concerto in La maggiore con ampia parte solistica riservata al corno inglese. Nacque così l’Ouverture “Le Carnaval romain”, un brano brillante e di ampia generosità melodica, ricco di temi tratti dall’opera Benvenuto Cellini, composta sei anni prima. I temi dell’opera usati, infatti, sono quelli relativi alle scene del carnevale romano da cui l’ouverture prende il titolo.
“Prèlude à l’après-midi d’un faune”
Le note si sprigionano come sensuali esalazioni nel “Prélude a l’après-midi d’un faune” (1892-94) primo grande capolavoro sinfonico di Claude Debussy, che si presenta subito col suo “respiro nuovo” (definizione di Pierre Boulez) grazie all’enigmatica frase iniziale del flauto, “così carica di voluttà da divenire angosciosa”, parole di Vladimir Jankélévitch.